«Da anni anche gli uffici pubblici di Taranto sono in sofferenza. Il turn over è bloccato e mentre si parla di smantellare la povertà si demolisce lo stato sociale.» Così Lorenzo Caldaralo, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL tarantina, all’undicesimo congresso del sindacato di categoria.
«Siamo qui – ha rimarcato il sindacalista ionico – per costruire un nuovo modello di società, e pensiamo che il pubblico debba partire da scelte etiche come ad esempio quelle di pagare finalmente i suoi dipendenti o riguardando con attenzione alle politiche sulla gestione dell’’igiene ambientale. Come Funzione Pubblica invochiamo che le discariche, la gestione dei rifiuti, non siano più un affare privato, ma chiediamo l’internalizzazione del servizio anche attraverso società in house.
Caldaralo affida così alla sua relazione i temi caldi legati al settore da sempre nell’occhio del ciclone. Nel suo intervento finiscono le scelte compiute dagli enti locali per la gestione della raccolta dei rifiuti, le vicende AMIU e Infrataras, l’annosa questione della carenza d’organico e posti letto nell’ASL tarantina, ma anche le condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari e dei vigili del fuoco.
«Svolgono un lavoro egregio – dice – ma per i quali non ci sono adeguati investimenti in uomini e mezzi. Alla natura “piratesca” di alcune aziende che fanno impresa ai danni dei lavoratori e dei cittadini va assolutamente posto un argine pubblico – spiega Caldaralo – Un settore, quello che si occupa della gestione dei rifiuti, fortemente permeabile alle infiltrazioni criminali. E’ evidente che i lavoratori occupati in questi settori hanno bisogno di sottrarsi a certe dinamiche e per farlo hanno bisogno che il settore, anche a garanzia della nostra salute e dell’iter corretto di queste procedure, torni nelle mani del pubblico. Deve finire il tempo delle discariche ad alto rendimento e con scarse ricadute occupazionali e iniziare il tempo della strategia “rifiuti zero”.
Siamo in un ritardo cronico – afferma Caldaralo lanciando un appello che fa il paio con le richieste che riguardano soprattutto le risposte sanitarie sul territorio – e la necessità di un Polo Oncologico tarantino di alta specializzazione è ormai amaramente indispensabile. Decontaminare e bonificare da una parte ponendo un argine anche al consumo smodato di territorio, ma anche prevenire anticipando i tempi di una epidemiologia che continua ad essere scarsamente considerata: dalla contaminazione da metalli e polveri sottili, passando per quella da amianto che continua ad essere presente non solo in ILVA, ma anche in Arsenale, dove le risorse economiche sono servite solo per scopi militari ma non ancora per il rilancio occupazionale e produttivo del sito.
Va aumentato il perimetro del lavoro pubblico – ha detto infine il segretario della FP CGIL – perché è sinonimo di democrazia, ma anche diritto di cittadinanza per chi verrà dopo di noi.»