«Si spegne l’altoforno 5 dell’Ilva, il più grande in Europa; per un anno oltre 4.000 lavoratori diretti, con i contratti di solidarietà percepiranno uno stipendio notevolmente ridotto, senza contare le naturali conseguenze per l’indotto.» A ricordare con una nota le diverse situazioni di crisi che si stanno vivendo a Taranto è Renato Perrini, del coordinamento provinciale di Forza Italia.
«Sempre in questi giorni – prosegue la nota di Perrini – si parla di chiusura possibile della sede tarantina della Banca di Italia; da tempo, ancora, si è palesata l’ipotesi di un accorpamento della Camera di Commercio, così come la chiusura della sede distaccata della Corte d’Appello. Non parliamo poi delle note difficoltà del porto e della assenza di voli turistici a Grottaglie. E l’elenco sarebbe ancora molto lungo. In questo contesto di grandi difficoltà per il territorio, di grave crisi economica ed occupazionale, il governo pensa di trasformare Taranto in una seconda Lampedusa, realizzando un hub per la accoglienza, anche se transitoria, di una quantità enorme di migranti (si stima circa 500 mila!).
A margine delle valutazioni sulla assenza di strutture, personale, risorse, una riflessione va fatta sull’attenzione a senso unico del governo per il nostro territorio. Sempre nel mirino dei vari ministeri, ma anche della regione, quando si tratta, ad esempio, di inviare rifiuti nelle nostre discariche, o quando siano da affrontare grandi emergenze come appunto quella dei migranti.
Nessun reale interesse invece per la soluzione dei tanti problemi, a cominciare dalla vertenza madre, quelle dell’Ilva, per la quale si continua a far passare il tempo con un decreto dopo l’altro, mentre assistiamo ad un azienda, come sostiene lo stesso consulente di Renzi, Guerra, vicina al fallimento!
Nessun tipo di pregiudizio nei confronti dei migranti, pur con tutte le riserve circa il metodo con cui l’intera Europa sta affrontando tale emergenza – conclude Renato Perrini, ma è il caso di dire basta allo sfruttamento di Taranto e della sua provincia. Il territorio ha già pagato tanto per lo sviluppo del Paese e oggi viene chiamato a sostenere ulteriori sacrifici. Non è più possibile!»