Quando il lavoro è poco, e il guadagno ancora meno, il risultato a cui si arriva è a una triste guerra dei poveri, fatta di scorrettezze e, talvolta, anche di atti illegali. Questo è quanto sta accadendo a Taranto, sebbene non sia una realtà prettamente del posto. Il problema è che la concorrenza sleale non porta a nulla di buono, quanto mai in un momento economico così difficile come quello in cui stiamo ormai transitando da oltre sette lunghi anni.
Il problema dei commercianti che hanno un negozio nel centro della città sta diventando per molti davvero insostenibile. Troppi i fattori che li inducono ad abbassare le serrande, e in tanti, ormai, lo hanno già fatto. Si parte da una tassazione eccessiva, in Italia tra le più alte d’Europa, che non permette a chi ha un esercizio di tirare avanti dignitosamente. Tempo addietro si cercava di salvare il salvabile depositando parte dei guadagni nei conti delle banche svizzere, oggi però anche quest’operazione non è più semplice come una volta (dettagli su http://societaoffshore.org/banche-svizzere). E poi c’è la concorrenza sleale.
Già i centri commerciali avevano aggravato la situazione dei piccoli commercianti del centro, ma ora che diversi venditori ambulanti senza permessi si mettono in strada a vendere la situazione non è pi sostenibile. Diverse le proteste e le richieste d’intervento a Taranto dove si fa l’impossibile per arginare il fenomeno. Il problema non è solo quello della competizione sleale, laddove tali venditori abusivi non pagano tasse, ma occupano anche il suolo pubblico rendendo impervia la circolazione dei pedoni che non possono né guardare le vetrine, e dunque venire invogliati all’acquisto, né entrare nei negozi.
E non si parla solo di quei venditori abusivi che vendono merce contraffatta, ma anche venditori che vendono oggetti usati, spesso e volentieri provenienti da furti nelle abitazioni, quindi commettendo, di fatto, un doppio illecito. Nonostante gli sforzi delle forze pubiche però il problema è di difficile soluzione, perché come già avviene soprattutto nelle città d’arte, dove il fenomeno è da tempo presente, quando i venditori abusivi vedono arrivare le forze dell’ordine, piegano di furia la merce e si dileguano tra la folla. Ma tra quelle persone, tra quei venditori abusivi, c’è anche gente disperata che non ha di che vivere, si dovrà quindi intervenire su più fronti.