«Diffondere questi dati e analizzarli risponde a un dovere etico. Prenderne consapevolezza e agire di conseguenza è un dovere politico, che i cittadini di Grottaglie, San Marzano, Lizzano e degli altri paesi limitrofi alle discariche Ecolevante e Vergine, devono esercitare in prima persona obbligando chi li amministra a tutelare nei fatti la loro salute non solo nell’immediato ma anche per le future generazioni.» Lo scrive in una nota Etta Ragusa, coordinatrice di “Vigiliamo per la discarica onlus”.
«Infatti – prosegue la nota della Ragusa – sui Comuni della provincia di Taranto ricadono, a livello sanitario, le conseguenze della presenza non solo dei grandi impianti industriali del capoluogo (Ilva, Eni, Cementir), ma anche delle discariche, sia di rifiuti solidi urbani che di rifiuti speciali provenienti da fuori regione e non solo.
I dati della Asl e dello Studio Sentieri, che sostanzialmente concordano, provano che l’allarme salute per la provincia, e non solo per la città di Taranto, è più che fondato, anche se si riferiscono solo al triennio 2006-2008 e solo alle patologie tumorali.
I distretti esaminati comprendono i Comuni di Carosino, Faggiano, Grottaglie, Leporano, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, San Marzano, ricadenti nel distretto di Grottaglie; e i Comuni di Avetrana, Fragagnano, Lizzano, Manduria, Maruggio, Sava e Torricella, ricadenti nel distretto di Manduria. In tutto i distretti sono 6, incluso quello di Taranto città.
Grottaglie – evidenzia la Ragusa – risulta al primo posto per il tumore alla tiroide nelle donne; Manduria per i tumori all’ovaio, alla tiroide negli uomini, all’encefalo sia negli uomini che nelle donne.
Al secondo posto, quasi sempre dopo Taranto, Grottaglie risulta per i tumori della testa e del collo, i melanomi della cute nelle donne, i tumori di stomaco, fegato, pancreas, encefalo e mesoteliomi negli uomini, per mielomi e tumori plasmacellulari in uomini e donne; Manduria per i tumori al pancreas e alla tiroide nelle donne, per i tumori alla vescica e Hodgking negli uomini, e per i tumori al polmone sia negli uomini che nelle donne.
Al terzo posto è Grottaglie per i tumori alla mammella, alla prostata, alla vescica, per i mesoteliomi nelle donne e per Hodgking e non Hodgking negli uomini; Manduria per la leucemia nelle donne e per i tumori alla prostata.
Praticamente, delle 23 patologie tumorali esaminate, i distretti di Grottaglie e Manduria sono ai primi tre posti per 17 di esse, mentre occupano il quarto, quinto o sesto posto per i tumori al retto, alle vie biliari, al collo e al corpo dell’utero, al testicolo e al rene.
Tuttavia, se si considera che il rapporto Asl del 2013 riporta i dati del triennio 2006-2008 e solo quelli del Registro tumori, ma non i dati degli ultimi cinque anni, e neppure rileva patologie non tumorali come allergie, deficienze immunitarie, alzheimer, malformazioni genetiche, disturbi neurologici e cardiopatie, il quadro sanitario risulta ancora più allarmante.
Inoltre – prosegue ancora la nota della Ragusa – nei distretti di Grottaglie e Manduria, oltre alle due discariche per rifiuti speciali Ecolevante e Vergine, tuttora attive, hanno operato per molto tempo anche discariche per rifiuti solidi urbani ora chiuse. Ma le cui aree dovrebbero destare in tutti gli amministratori motivi di seria preoccupazione tanto da far monitorare nelle aree a rischio, come sta facendo il Comune di Manduria, il livello di inquinamento delle falde profonde e del terreno, causato da metalli pesanti potenzialmente cancerogeni e da sostanze radioattive.
Cosa aspettano i Comuni vicini alle discariche a fare altrettanto? – chiede la Ragusa – Cosa aspetta la Regione per fare uno studio epidemiologico completo di tutte le patologie? In quali condizioni di organico si trova la Asl di Taranto per fornire dati con un simile ritardo?
Quali sono oggi, a distanza di sei anni dagli ultimi dati rilevati, le reali condizioni sanitarie di Taranto e della sua Provincia per quanto riguarda le patologie tumorali? Quale sicurezza ci può essere nel rilasciare o rinnovare autorizzazioni per impianti a forte impatto ambientale quando il quadro sanitario è così gravemente carente?
Ora – conclude la Ragusa – non ci basta più che venga applicata la legge del “chi inquina paga”, ora bisogna mettere un argine allo scempio e al mercimonio della salute e dell’ambiente e fermare il dilagare abnorme di ogni patologia. »