«Il 2018 è iniziato con un duro colpo per i cittadini italiani, che si sentono ancora una volta presi in giro dal governo. Oltre a rincari di luce, gas e pedaggi autostradali, la beffa: sarà obbligatorio l’uso di sacchetti di bioplastica al supermercato nei reparti frutta e verdura (ma anche di gastronomia, macelleria, pescheria e panetteria) e l’acquisto sarà a carico dei consumatori. » E’ quanto riporta una nota del meetup “Grottaglie 5 Stelle “.
«Chiariamo subito – prosegue la nota degli attivisti penta stellati grottagliesi – che alla base di tutto ciò ci sarebbe un principio sanissimo: produciamo troppi rifiuti inutili e dobbiamo smettere di utilizzare sacchetti in plastica prodotta dal petrolio che, se va bene, ingrassano inceneritori e discariche o, se invece va male, vanno direttamente nei mari. Circa l’80% dei rifiuti visibili in mare è infatti costituito da rifiuti di plastica,una ecatombe per uccelli e mammiferi marini. In questo quadro, dalle Nazioni Unite sono stati chiari, considerando anche il peso del fenomeno delle buste contraffatte: “Fino a che non c’è una definizione di biodegradabilità in mare accettata a livello internazionale, l’adozione di prodotti plastici etichettati come biodegradabili non porterà diminuzione significativa né nella quantità di plastica che finisce negli oceani né rispetto al rischio di impatti fisici e chimici sull’ambiente marino”. Dalla società di igiene urbana di Bolzano Seab è partito l’allarme: “Da noi i cosiddetti sacchetti ecologici non sono adatti per la raccolta dell’organico. Utilizzate quelli in carta. Il tempo di degradazione di questi sacchi ecologici, significativamente più lungo rispetto agli altri materiali raccolti, influirebbe sull’intero processo. Inoltre, questi sacchi spesso si incastrano tra le lame del frantumatore causando dei guasti al sistema”.
Poi – aggiunge la nota del del meetup “Grottaglie 5 Stelle “ – c’è sempre il problema delle buste contraffatte, che secondo Assobioplastiche rappresentano il 60% di quelle in circolazione. Anche dove i sacchetti biodegradabili e compostabili potrebbero trasformarsi in ammendante agricolo, vengono deviati in discarica: “All’ingresso degli impianti non è possibile distinguere le buste in regola da quelle fuori legge, e quindi si tolgono tutte”. Così il cittadino paga due volte: la prima al supermercato per il sacchetto, e la seconda nella tariffa rifiuti, peraltro già raddoppiata e gonfiata da diversi comuni come sappiamo a seguito di
interrogazione di un portavoce m5s. Il giovedì al mercato di Grottaglie c’è una moltitudine di sacchetti di plastica che volteggiano nell’aria e nessuno dice niente, saremo felici se esponenti politici e del governo venissero a vedere con i loro occhi la situazione. Mentre l’UE minaccia una nuova tassa sulla plastica per il 2018…
Giuseppe Ruocco, segretario generale del dicastero della Salute, prende ufficialmente posizione nel dibattito sui sacchetti a pagamento introdotti dal 1 gennaio: “No al riuso, ma non siamo contrari al fatto che il cittadino porti le proprie buste”. Non esiste, infatti, nessun divieto alla possibilità per il cittadino di utilizzare le proprie buste, “più economiche o addirittura gratuite”, ma solo se si tratta di buste monouso biodegradabili e per alimenti. C’è da chiedersi quale sia la convenienza per un consumatore nel portare da casa sacchetti monouso per alimenti quando al supermercato costano 1 o 2 centesimi. I sacchetti si possono anche acquistare su Amazon o Ebay o da un grossista ma ad un prezzo decisamente superiore. La scelta di pesare frutta e verdura senza sacchetto pone qualche problema. Quando si mettono arance, mele o pere… sul piatto della bilancia il visore sottrae automaticamente dal peso totale i 4-6 g della tara, e quindi se non si usa il sacchetto l’importo da pagare risulta inferiore al dovuto. L’altro motivo è che in alcune catene di supermercati la bilancia è preimpostata in modo da aggiungere ad ogni pesata il prezzo del sacchetto (1-2 centesimi).
Per coloro che stanno adottando il metodo di non utilizzare alcun sacchetto e attaccare lo scontrino su ogni prodotto acquistato, questo è assai dannoso per l’ambiente, in quanto l’inchiostro presente sugli scontri è molto inquinante e bisogna stampare ogni etichetta per ogni frutto che può comunque contenere l’importo automatico di 2 cent a scontrino. I nuovi sacchetti “bio” si possono anche utilizzare per il rifiuto organico e umido di casa. Nelle città dove si pratica la raccolta differenziata dell’organico le famiglie comprano le buste al supermercato a circa 10 centesimi. D’ora in poi si potranno usare i sacchetti dell’ortofrutta che costano 1-2 centesimi. Facendo bene i conti l’operazione potrebbe risolversi con un vantaggio economico.
La soluzione quindi – conclude la nota del meetup “Grottaglie 5 Stelle “ – non sta nell’alimentare un sistema che si fonda sul principio “usa e getta”, tanto pratico quanto dannoso per tutti noi. Al contrario, andrebbe modificato il sistema che ci porta ad usare plastica e imballaggi; per es. incentivando i prodotti alla spina, gli imballaggi riutilizzabili e tutte quelle modalità di distribuzione delle merci che possono migliorare l’ambiente e la qualità della nostra vita. »