Giunge al termine, del suo primissimo step, il progetto “Cantiere Agricolo Sociale”, una lodevole iniziativa promossa a Grottaglie dall’associazione di volontariato “Beni Comuni”. Venerdì 19 giugno infatti si celebrerà in un convegno tematico la conclusione del progetto durato.
Una nuova idea ha fatto da sfondo ad un importante progetto che ha trovando attuazione nei mesi scorsi nelle campagne incolte di Grottaglie. “Cantiere agricolo sociale” ha cercato di fornire conoscenze e opportunità lavorative nel settore agricolo basandosi sulle tradizioni rurali del territorio “aggiornate” con le moderne tecniche dell’agricoltura organica e rigenerativa. Il progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stato reputato così valido da posizionarlo al primo posto nella graduatoria nazionale di assegnazione. Un riconoscimento importante per le due progettiste Carmen Valente e Maria Teresa Marangi che hanno seguito step dopo step l’associazione di volontariato “Beni Comuni” Onlus di Grottaglie, soggetto capofila nelle varie fasi di ideazione, presentazione e attuazione.
A pochi giorni dalla conclusione abbiamo incontrato i protagonisti di questo progetto. Ci siamo fatti raccontare come è nata l’idea, chi ha partecipato, quali risvolti ha generato.
Il progetto “Cantiere agricolo sociale” parte dalla constatazione che, in agro di Grottaglie, vi sono molti terreni incolti: l’idea innovativa è quella di presentare al territorio l’opportunità del loro recupero alla produttività inserendovi colture che possano affiancarsi a quelle tradizionali, prodotti agricoli con un interessante “mercato” che può rappresentare una importante occasione di redditività alternativa. Da un lato c’è la valorizzazione della “memoria” agricola del territorio, ovvero il recupero delle antiche tradizioni agricole locali tramite gli anziani, da un altro l’introduzione di nuove tecniche di agricoltura organica e rigenerativa che hanno la caratteristica di avere costi di impianto bassissimi. Il progetto è stato quindi rivolto sia ai proprietari dei fondi incolti, sia a chi inteso trovare una occupazione in agricoltura andando a coltivare terreni altrui.
Il progetto si è concluso con grande successo. E’ stato coinvolto anche il mondo dell’associazionismo e quello della scuola, che da un lato ha presentato questa opportunità a categorie che hanno difficoltà a trovare una occupazione, e da un altro ha sensibilizzato le giovani generazioni sul recupero delle tradizioni e della cultura agricola.