Sembra quasi una beffa del destino. Nei giorni in cui l’Italia vede tramontare – forse per sempre – l’orgoglio di avere una compagnia aerea di bandiera, altrove si celebra una impresa che – a quasi un secolo di distanza – costituisce ancora il vanto della areonautica tricolore.
Sabato 27 maggio infatti, ad Orbetello, si terrà il raduno di primavera della Associazione Trasvolatori Atlantici che, fondata nel 1967 da ufficiali e sottoufficiali già appartenenti al personale navigante dell’Aeronautica Militare partecipante alle crociere aeree atlantiche italiane di massa, ha per fine di tramandare in Patria e all’estero, il ricordo di tali straordinarie imprese.
Tra queste imprese, particolarmente cara alla memoria dei grottagliesi (e non solo), è la famosa “Crociera aerea del Decennale“, che vide tra i partecipanti il grottagliese Vincenzo D’Amuri, nato il 10 novembre del 1908, da Oronzo Vito e da Anna Teresa Perrino. D’Amuri si arruolo’ in Aviazione conseguendo la specializzazione di motorista e segnalandosi per la sue grandi capacità, tanto da venire scelto, come uno dei circa 100 partecipanti, per la crociera aerea voluta dal regime fascista per celebrare il primo decennale.
L’eroica impresa rese popolare anche il giovane Vincenzo che, tuttavia, solo tre anni dopo perse la vita in un tragico incidente aereo in località Novello d’Alba, sull’Appennino Ligure, il 27 maggio del 1936. Il tragico episodio fu raccontato dal “Corriere della Sera”il 4 giugno 1936. All’intrepido eroe grottagliese, decorato con medaglia d’oro, i concittadini dedicarono lo stadio comunale. Così il poeta Michele Ignazio D’Amuri, cugino dell’ “Atlantico”, scrive in… “Pò la notte è vvinuta“: “Tu recasti/laggiù, nel Mondo Nuovo,insieme con l’amor, cugino mio, il nome caro di Grottaglie tua“.