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Il taglio di 2 centesimi al litro per il prezzo del latte alla stalla, decisione presa unilateralmente da uno dei più grandi gruppi alimentari italiani e subito assunta da tutti gli altri trasformatori, provocherà agli allevatori pugliesi una decurtazione complessiva di oltre 15 milioni di euro in un anno.

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I gruppi alimentari approfittano dei grossi flussi di latte proveniente dal Nord Europa a un prezzo inferiore a quello del mercato italiano.

Un danno che si sostanzia in una riduzione della redditività, minori risorse per investire in posti di lavoro, meno possibilità di sostenere i costi crescenti per il benessere degli animali, la manutenzione delle stalle e le materie prime”, ha spiegato Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, che ha inviato a Leonardo Di Gioia, l’assessore regionale alle Risorse Agricole, la richiesta della convocazione urgente di un tavolo per attivare ogni utile iniziativa ad affrontare la questione.

“Questi grandi gruppi alimentari hanno usufruito e usufruiscono di aiuti regionali”, ha aggiunto Carrabba. “Importano quote crescenti di latte dall’estero e, non contenti, impongono riduzioni che valgono solo per i produttori di base, perché il prezzo del latte per i clienti dei supermercati è tre-quattro volte superiore a quanto viene corrisposto alle aziende zootecniche”.

Secondo l’ultimo rapporto di Assolatte, Associazione Italiana Lattiero Casearia, la Puglia produce 378.735 tonnellate di latte bovino. Il comparto è attivo in tutte le province pugliesi, con quantitativi di rilievo soprattutto nelle aree di Bari e Taranto, ma realtà significative anche nelle zone di Foggia, Brindisi, Lecce e della Bat.

Le imprese che si approvvigionano di latte hanno paventato la possibilità di non ritirare il prodotto per due settimane”, ha continuato il presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, “e questo naturalmente rischia di essere un danno ulteriore per le aziende zootecniche pugliesi”. E’ davvero assurdo e inaccettabile che, al supermercato, il prezzo triplichi e addirittura quadruplichi. Questo vuol dire che i grandi gruppi di trasformazione e la Grande Distribuzione si assicurano margini incredibili, a tutto svantaggio dei produttori primari e dei semplici cittadini-consumatori. “Il comparto zootecnico, soprattutto dopo le calamità dell’inizio dello scorso anno, sta affrontando pesanti difficoltà. Ora si aggiunge questa ulteriore mazzata. Per questo chiediamo alla Regione Puglia di attivare urgentemente un tavolo regionale. Non si può subire passivamente una decisione presa sulla testa di tutti i pugliesi, produttori e consumatori di latte, perché queste imposizioni al ribasso danneggiano un’intera economia, un comparto che significa qualità, lavoro, tessuto economico e sociale”, ha concluso Raffaele Carrabba.

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