L’educazione è tra le prime cose che si insegnano ai propri figli del tipo: “Fai ciao-ciao con la manina” – “Dì buongiorno” – “Come si dice? Grazie.” ecc.ecc. .
Quando questa viene meno, soprattutto in ambito scolastico in cui i bambini hanno le prime esperienze sociali, la prima osservazione che viene fatta viene espressa con: “E’ questa l’educazione che ti insegnano a casa?!” come a voler dire che la famiglia è disinteressata alla corretta educazione dei figli.
I bambini osservano e registrano mentalmente i modi di fare ed i comportamenti tenuti in famiglia, ma è anche vero che entrano in contatto con dinamiche comportamentali che non sono solo i componenti del proprio nucleo familiare: un bambino può dire le parolacce perchè le ascolta quando le dicono i genitori, ma può averle anche imparate a scuola da altri compagni (escluderei dai maestri) oppure le hanno ascoltate in Tv, magari notando che la parolaccia ha suscitato il riso e la abbinano a qualcosa di positivo.
Stessa storia quando fanno finta di non sentire, restare indifferenti ad un rimprovero, rifiutano di eseguire un ordine, fanno il contrario di quello che gli viene detto, assumono atteggiamenti “di sfida”. I genitori che si ritrovano a fronteggiare simili atteggiamenti, nell’esasperazione del momento, tra capricci e urla, a volte cedono allo sculaccione, antico metodo educativo che dato ogni tanto potrebbe anche non essere negativo, ma farne un uso improprio utilizzandolo come “strumento” per educare, laddove le parole non arrivano, potrebbe causare dei traumi psicologici non indifferenti.
Secondo gli psicologi un bambino picchiato può crescere spaventato e da adulto essere timido, insicuro e sottomesso. La prima regola fondamentale è instaurare un dialogo: fornire delle adeguate spiegazioni quando vengono puniti o gli viene dato uno sculaccione (che non provochi dolore fisico ovviamente!).
Nel momento del rimprovero, i bambini sembrano non ascoltare ma in realtà, ascoltano e assorbono quanto gli viene detto. Difficile stilare un vademecum su come impartire la buona educazione ai propri figli: ognuno di noi ha i propri valori, infanzia, famiglia di provenienza e metodi educativi.
Potrebbe essere utile ricordare che le buone maniere dovrebbe essere insegnate già da quando il proprio figlio ha l’età giusta e interagisce con noi adottando un metodo rapido e assolutamente personale: il buon esempio.
I genitori dovrebbero comportarsi educatamente di fronte ai propri figli come dire “grazie”, salutare l’ospite, mangiare senza appoggiare i gomiti sulla tavola, ecc.. Imparerà in modo naturale senza grandi lezioni teoriche. Utilizzare garbo e dolcezza invece di urla o scenate e non prendere in giro il bambino di fronte ad estranei o compagni evitando di umiliarlo; lo si può riprendere in privato, successivamente, e si avrà più attenzione e ascolto da parte loro. Cercare di essere sempre disponibili ad ascoltare i propri figli poiché il nostro esempio indurrà poi loro ad ascoltare quello che noi diciamo.
Porre attenzione ai cartoni animati che si classificano in automatico come adatti ai bambini ma, alcuni programmi, a volte, sembrano più pensati per i grandi e non per i piccini dato il susseguirsi di comportamenti scorretti, parolacce e violenza seppur splatter.