È stato un dibattito acceso e interessante quello che stamattina ha coinvolto il Teatro Orfeo di Taranto e alcune delle compagnie locali alla presenza del loro rappresentante: Lino Conte.
L’argomento, d’altronde, è uno di quelli che sta facendo discutere da tempo e riguarda la futura gestione del Teatro Fusco, prossimo all’apertura (stando alle dichiarazioni dell’assessore alla Cultura, allo Spettacolo e allo Sport Francesco Sebastio, le porte del Fusco riapriranno a giugno.)
Ad auspicare una sinergia tra le due strutture – il Fusco e l’Orfeo – sono tantissime persone che hanno espresso a Di Giorgio il desiderio che la gestione del Fusco venga supportata dal teatro Orfeo, che sta assumendo un carattere sempre più pubblico che privato.
“Vogliamo lavorare ad una proposta condivisa, che coinvolga tutti e che contempli un unico cartellone affinché le piccole compagnie possano godere di canoni agevolati all’interno del teatro Fusco – commenta Adriano Di Giorgio, proprietario e gestore del teatro Orfeo di Taranto –. Purtroppo i nostri costi di gestione e relative limitazioni a cui siamo costretti non ci consentono di dimezzare ulteriormente il canone di affitto, che abbiamo già abbassato. Quello che non vogliamo che avvenga è che il Fusco si trasformi nell’ennesima cattedrale nel deserto. L’Orfeo sarà sempre la casa di tante altre iniziative, ma ora come ora pretendiamo chiarezza da parte del Comune.”
Intanto, un primo contatto con Sebastio c’è stato ed è stato proprio l’assessore ad affermare che al momento non è ancora chiaro se ci sarà un bando per la gestione del Fusco oppure si opterà per la gestione diretta da parte del Comune.
“Partecipo volentieri a questo incontro – aggiunge Lino Conte – perché l’esigenza di metterci insieme è tanta, sempre considerando l’autonomia che ciascuno deve mantenere. Ricordo quando nel 1981 creammo l’associazione Taranto Teatro e rappresentavamo almeno 800 persone. Torniamo a questo. Dobbiamo pretendere che il teatro comunale venga gestito con l’affiancamento dell’esperienza del teatro Orfeo.”
“Non vogliamo – conclude Adriano di Giorgio – che il Fusco venga gestito da qualcuno che non faccia gli interessi delle compagnie e della città. Il rischio è un’altra struttura manager di se stessa e non ce lo possiamo permettere.”