“L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo”.
Il punto centrale resta proprio il confronto tra la teologia e il filosofico. Credo che il mondo cattolico deve fare ancora i conti con Giordano Bruno (nato a Nola nel 1548, muore tra le fiamme del rogo di Campo de’ Fiori a Roma il 17 febbraio del 1600). Un problema non solo religioso e tanto meno indirizzato verso la teologia. La teologia è la morte del mistero e del mistico. Giordano Bruno è un filosofo. Non della consolazione. Tanto meno cattolico ortodosso luterano.
“Io penso a un universo infinito. Stimo infatti cosa indegna della infinita potenza divina che, potendo creare oltre a questo mondo un altro e altri ancora, infiniti, ne avesse prodotto uno solo, finito. Così io ho parlato di infiniti mondi particolari simili alla Terra”. Bruno è condannato ad essere bruciato a Campo de Fiori dalla stessa teologia che condanna Cristo alla Croce. Con una sola differenza che è quella epocale di una secolarizzazione dell’abisso. Cristo è condannato dalla setta ebraica. Ovvero gli ebrei spediscono Cristo ebrei sulla Croce.
“Chi aumenta sapienza, aumenta dolore”. Aveva toccato interessi troppo forti della strategia ebraica. Insieme ai romani con i quali raggiungono un compromesso mandano a morte anche Paolo. Ovvero i capi temuti di una rivoluzione antiebraica. Con Giordano Bruno la Chiesa nata da un ignorante Pietro ha lo stesso atteggiamento. Il 1600 è un tempo di riforme ma anche di contro. Il maestro Bruno prende le distanze da Lutero sfidandolo. Mette in discussione anche la figura di Cristo, non sopporta il fingitore Platone e si appoggia a Seneca mettendo in soffitta anche il sopravvalutato Agostino. Combatte ogni forma di teologia e su affida alla lettura della magia esoterica.
“L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo”. Un grande maestro che centralizza Pitagora. Viene condannato al rogo. La Chiesa è sempre la stessa. Non è cambiato nulla. Non accetta la divergenza di pensiero. FORSE TREMATE PRIMA VOI A PRONUNCIARE LA SENTENZA CHE IO AD ASCOLTARLA. Così disse il maestro Giordano Bruno. Io non sarò mai stanco in questo Grande Oriente delle Coscienze e della Fratellanza di restare fedele a GIORDANO BRUNO. Eresia? Credo che sia stato più eretico chi emise la sentenza e non il grande maestro Giordano Bruno. Ma se di eresia è stato arso io sono convinto che l’eresia è la vera nobiltà degli uomini liberi e sanno che il pensiero ha la forza dei lunghi camminamenti. Di Giordano Bruno porto una antica eredità e le eredità sono archetipi che testimoniano fedeltà di fratellanza e coerenza di eleganza d’anima.
“Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo”. Giordano Bruno oggi presenta una modernità modellata sulle vere contraddizioni di un papato riservato alla Ipocrisia. Giordano Bruno è il Candelaio che ci sveglia al mattino e ci dice che il pensiero è tutto. Il pensiero è tutto. Oltre le disubbidienza. “L’ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale”. Ma la disubbidienza è la verità filosofica. Giordano Bruno è il dubbio delle verità ella disubbidienza teologica. La filosofia non può accettare la ubbidienza teologica. Non sarebbe filosofia senza il dubbio. Ha come strumento soltanto il pensiero. La teologia è un sistema ed ha come finalità imporre le regole. Imporre regole e manifestare potere.
“Io ho ritenuto e ritengo che le anime siano immortali… I Cattolici insegnano che non passano da un corpo in un altro, ma vanno in Paradiso, nel Purgatorio o nell’Inferno. Ma io ho ragionato profondamente e, parlando da filosofo, poiché l’anima non si trova senza corpo e tuttavia non è corpo, può essere in un corpo o in un altro, o passare da un corpo all’altro. Questo, se anche può non esser vero, è almeno verosimile, secondo l’opinione di Pitagora”. Giordano Bruno è il filosofo che è dentro il poetico. Comunque due scelte. Gli ebrei con i romani adottano la crocifissione per gli eretici. Perché Cristo era eretico. La Chiesa troppo furba dopo Cristo applica il metodo del rogo. La lezione di Giordano Bruno è una grande testimonianza in cui il pensiero e la fede si incontrano.
“Ho lottato, è già tanto, ho creduto nella mia vittoria. È già qualcosa essere arrivati fin qui: non aver temuto morire, l’aver preferito coraggiosa morte a vita da imbecille”. Chi fu l’eretico? Giordano Bruno o la Chiesa ? Questo è il punto di una vasta dialettica che resta tuttora come elemento di discussione. Una Chiesa dal pensiero unico e trasversale rispetto alle culture dominanti, è quella di oggi.
Un concetto chiave di una filosofia dell’universale, a me molto caro, resta ancora: “L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo”.