C’entrano molto Taranto, Archita e il “giro” dei pitagorici nelle origini della vera medicina. Ne ha parlato, al Rotary Club Taranto Magna Grecia, il dott. Gianni Iacovelli, medico e presidente dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria. Nonché, negli anni Ottanta e Novanta, sindaco di Massafra e presidente della Provincia, per citare solo alcune delle sue cariche.
Il dott. Iacovelli e il tema della conversazione (“La medicina in Magna Grecia”) sono stati presentati con parole entusiastiche dal presidente Marcello D’Ippolito.
L’illustre relatore è partito con alcuni cenni addirittura dalla preistoria , spunto per parlare della vita in grotta del territorio fra Laterza e Matera. Un periodo di raffinata lavorazione della pietra tanto da consentire a quegli uomini persino la trapanazione del cranio con arnesi di pietra, come appreso da alcuni ritrovamenti. Peccato che quelle “operazioni” non mirassero alla guarigione del soggetto.
A quei tempi il capo del villaggio era lo sciamano, per metà sacerdote e metà mago, che curava alcuni mali attraverso ciò che offriva la natura: erbe, minerali e il noto antidiarroico corno di cervo in polvere. Sul piano religioso dominava il culto della dea Madre, figura che proseguirà sino al cristianesimo con la Madonna.
Entrando nel tema, dall’ottavo secolo a.C. in poi si ha la colonizzazione greca con Apollo dio anche della medicina ed Hera (Giunone) come dea Madre. A Paestum, ad esempio, il tempio di Hera era luogo dove si compivano miracoli. A che fare con la medicina erano anche Demetra e la figlia Persefone (si ricordi la meravigliosa statua tarantina della Persefone Gaia). Ma è Asclepio, figlio di Apollo, il vero dio medicale (noi diremmo “il primario”). I sacerdoti di Asclepio – ha ricordato sempre il dott. Iacovelli – operavano in templi-ospedali dove sono state trovate tavole con l’elenco dei sintomi, le corrispondenti malattie e i relativi rimedi.
Nel VI sec. Nascono poi i due movimenti dell’orfismo e del pitagorismo che offrono regole per tutto lo scibile. A Taranto, il capo dei pitagorici fu Archita e nella schiera dei seguaci si contarono molti medici.
Poi nacquero i filosofi della natura , precursori del vero padre della medicina che fu, nella Grecia del IV sec., Ippocrate, figlio di un sacerdote di Asclepio. Questi fondò una vera scuola e scrisse il Corpus Hippocraticum, il più grande testo base di medicina che rimase valido sino – addirittura – al 1800. Due delle scuole ippocratiche furono aperte a Taranto e Crotone.
L’appassionato oratore si è poi spinto sino ad alcune epoche successive come lo studio delle erbe officinali dei benedettini di Montecassino (V sec. d.C.) e la Scuola di Salerno che fu la prima vera università di medicina.
Al termine dell’incontro, il presidente D’Ippolito ha donato al relatore una cartella di acquerelli settecenteschi di Ducrò che Iacovelli – da critico d’arte, oltre tutto – ha molto apprezzato.
(Si ringrazia per la collaborazione Antonio Biella, autore del presente articolo)