«La verità è che la decisione di spostare la partenza del Freccia Rossa 1000 da Taranto a Metaponto è stata assunta unilateralmente dalla Regione Basilicata al solo scopo di costringere la Puglia a versare a quest’ultima un contributo di quasi un milione di euro all’anno per coprire la breve tratta di 37 chilometri che separa Taranto da Metaponto.» Mino Borraccino, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia risponde alle critiche che in questi giorni si stanno riversando sul governo regionale in merito alle presunte responsabilità della sospensione del collegamento ferroviario con il capoluogo ionico.
Che Taranto sia collegata poco e male con il resto d’Italia non è una novità, e da anni si susseguono iniziative e richieste per cercare di alleviare almeno in parte i disagi dei viaggiatori che hanno in Taranto un punto di arrivo o di partenza, disagi ancora più irritanti per una città che vorrebbe puntare sul turismo e che si vede penalizzata su tutti gli aspetti del trasporto pubblico: aeroporto chiuso ai voli di linea, autostrada che termina a decine di chilometri dall’ingresso della città, un porto turistico “strangolato” da quello industriale e una stazione ferroviaria sempre più desertificata a favore dei trasporti su gomma. A fronte di questo panorama, la notizia della sospensione di un collegamento da e per milano è sembrata l’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso, sollevando le proteste di cittadini e stakeholders.
«Questa è una richiesta inaccettabile – spiega l’assessore ionico commentando le richieste lucane – e, tra l’altro, illogica perché la Puglia non può distrarre una mole così ingente di risorse destinate al trasporto pubblico locale per finanziare linee di trasporto nazionale che competono allo Stato. La Regione Puglia dunque non ha mai pagato il Freccia Rossa, le competono servizi regionali o intraregionali come previsto dal D.lvo. n.422/97 (ad esempio il servizio Bari Matera gestito dalle FAL a spese anche della Regione Puglia.
I servizi di trasporto ferroviario nazionale competono allo Stato che su specifici itinerari, laddove volesse finanziarli, deve imporre obblighi di servizio pubblico ai sensi della L. 166/2002.
Oltre questi confini di legittimità i servizi ferroviari devono essere di libero mercato e legati a meccanismi di incontro tra domanda e offerta, liberalizzati sin dal primo pacchetto ferroviario europeo del 1991 e recepito dal D.lgs 146/1999. La Regione Basilicata ha chiesto formalmente alla Puglia di farsi carico del 25% (825.000 euro) del costo sostenuto nei confronti di Trenitalia, pari ad 3.300.000 € l’anno, in ragione del dato di frequentazione espresso negli anni 2017 e 2018, e ha chiesto che la Regione Puglia riconosca il medesimo contributo anche per le due annualità pregresse (2017 e 2018).Ciò conferma che nessun contributo è stato mai corrisposto dalla Puglia alla Basilicata.
La Regione dovrebbe sottrarre 825.000 € l’anno destinate oggi al trasporto pubblico regionale per un numero esiguo di viaggiatori quando invece ha delle valide alternative. Infatti Taranto è oggi già collegata a Milano da una coppia di Frecce Bianche con tempi di percorrenza pari ad 8 ore e 23 minuti, di per se già più veloci del Frecciarossa lucano che impiega 9 ore e 3 minuti. A questi 2 treni si aggiungono 4 InterCity a zero oneri per il bilancio regionale.
La Regione Puglia è impegnata da tempo a migliorare i collegamenti ferroviari da e per Taranto. Ha chiesto a Trenitalia di studiare la fattibilità tecnica per aggiungere all’offerta dei treni regionali un diretto Taranto-Bari per migliorare l’interscambio con i Bari-Roma , ma anche per migliorare i collegamenti con Foggia, Lecce,oltre che con Milano, Venezia, Torino.
Su un tema così delicato – conclude Borraccino – è inaccettabile ogni pretestuosa polemica e si dovrebbe, piuttosto, operare insieme nell’interesse esclusivo della collettività senza distinzioni politiche di sorta.»