«Sulla nuova programmazione dei fondi europei, “l’Italia continua ad accumulare ritardi. Senza autorità di gestione non possiamo procedere agli esborsi e non vorrei che si riproponesse stesso scenario della vecchia programmazione con progetti di bassa qualità e un assorbimento fine a se stesso». Lo ha dichiarato il commissario Ue agli Affari regionali, Corina Cretu, rispondendo a una domanda dell’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, in commissione Regi al Parlamento Ue.
«Ho chiesto al commissario di fornire i dati sull’uso ingannevole dei progetti sponda da parte delle regioni e degli stati membri, oltre a quelli sulle designazioni delle autorità di gestione, certificazione e controllo dei fondi europei. La sua risposta è stata disarmante, spiega D’Amato.
In a fronte di 75 programmi operativi per il periodo 2014-2020, sono state designate solo 27 autorità di gestione. Inoltre, pare che ritardi simili si registrano sul fronte delle autorità di audit, che sono direttamente coinvolte nel processo di designazione delle stesse autorità di gestione e delle autorità di certificazione. Il risultato è che l’intera macchina della nuova programmazione è inceppata. Da qui la comprensibile ‘grande preoccupazione’ della Commissione Ue.
Ma non solo – continua l’eurodeputata M5S: il commissario Cretu ha lanciato un durissimo monito contro le modalità con cui le regioni italiane hanno chiuso la vecchia programmazione. Per evitare il disimpegno dei fondi, hanno abusato dei cosiddetti progetti ‘retrospettivi’, spendendo enormi risorse in fretta e furia per progetti che la stessa Commissione Ue ha definito di bassa ‘qualità’. Progetti, aggiungo io, in cui troppo spesso si annidano anche la corruzione e la criminalità, come il passato ci ha dimostrato.
Purtroppo – conclude D’Amato – la lezione non è servita. Sui fondi europei, si rischia un nuovo gigantesco fallimento. Un fallimento condiviso dal governo Renzi e dalle regioni del Sud targate Pd».