La FISMIC Confsal di Taranto, sindacato autonomo dei metalmeccanici, interviene con una nota sulla situazione delle aziende dell’indotto dell’Alenia di Grottaglie.
Per la FISMIC, infatti, “ci troviamo di fronte a un grave rischio occupazionale e ad un generale impoverimento per quanto riguarda l’indotto dello stabilimento di Grottaglie .
È giunto il momento – afferma la nota sindacale – di denunciare ciò che accade nella realtà di Finmeccanica Grottaglie, sotto gli occhi di tutti e nell’assoluta indifferenza di chi il territorio dovrebbe tutelarlo e difenderlo”: spiegano dalla Segreteria FISMIC di Taranto.
Per la FISMIC, infatti, la causa principale delle continue inefficienze aziendali in Alenia si troverebbe nella mancanza di un modello organizzativo e industriale adeguato, pronto a rispondere alle necessità di sviluppo del prodotto, riduzione degli sprechi e ottimizzazione dello stesso sistema industriale.
La FISMIC, ormai importante realtà all’interno del territorio tarantino, negli ultimi anni ha denunciato più volte una conduzione industriale poco attenta ai modelli organizzativi che più si addicono ad una azienda leader nel settore aeronautico.
Più di un anno fa, tuttavia, la direzione aziendale dichiarò che l’unica soluzione attuabile che potesse risolvere i problemi e risollevare le sorti dello stabilimento fosse quella di affidare attività ad aziende terze, senza però una logica industriale condivisa, capace di rendere efficiente l’intero processo produttivo. Già allora la FISMIC ritenne tale risposta inadeguata, in quanto non offriva soluzioni definitive alle problematiche aziendali e le aziende coinvolte non erano in grado di proporre risposte, sia in termini di efficienza sia di qualità, e considerò questa decisione errata nel modo e nella forma.
Oggi – prosegue la nota della Fismic-, a causa delle gravi responsabilità aziendali, lo stabilimento di Grottaglie assiste inerme alla decisione di liberarsi, secondo le volontà manageriali, definitivamente di tutte le aziende dell’indotto. Secondo la FISMIC, questa decisione non può essere la giusta risposta alle esigenze del mercato, né in termini industriali, né in termini economici, in quanto Finmeccanica a Grottaglie è un grosso presidio industriale ma mono-prodotto e mono-cliente, che dovrà necessariamente rispondere alla flessione o ai picchi di carico di lavoro che il cliente Boeing possa richiedere in futuro.
Ma stavolta non ci sarà nessun polmone esterno a garantire il giusto apporto ad una realtà industriale dai complessi processi industriali. Ciò potrebbe creare evidentemente esuberi o aumento dei costi e tale decisione – prosegue la FISMIC – metterà in ginocchio centinaia di famiglie, personale già formato sulle attività lavorative, che sarà gettato via,così come verrà gettata via la dignità del lavoro e non vogliamo che tutto ciò impoverisca ulteriormente il nostro territorio.
L’appello, quindi, non è soltanto alle altre Organizzazioni Sindacali che assistono in silenzio a questo abuso nei confronti del territorio locale, anche se la loro assenza può essere sintomo di un futuro già scritto da più autori, ma risulta difficile interpretare le gravi mancanze dei rappresentanti politici e della stessa Confindustria, sapendo quante risorse ha investito la comunità pugliese in questo sito.
La FISMIC – conclude la nota sindacale – auspica, quindi, di giungere almeno a una discussione su queste fondate preoccupazioni, con la condivisione di tutti i soggetti politici, istituzioni e parti sociali che abbiano a cuore il territorio tarantino. Liberarsi in modo definitivo dell’indotto sarebbe un grosso irreparabile errore, non privo di drammatiche conseguenze.”