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«E’ stato un percorso non facile quello che ha portato quasi 10 mesi fa alla approvazione della legge 199 contro il fenomeno mafioso del caporalato, dopo decenni di mobilitazioni e di lotte sindacali che hanno coinvolto i lavoratori agricoli del nostro Paese e del Sud in particolare.» Lo afferma in una nota la Fai Cisl Puglia.

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«La Fai Cisl Puglia – prosegue la nota sindacale – ritiene necessario che sia data continuità, in Puglia, alle iniziative poste in essere anche dalla firma del Protocollo nazionale, a fine maggio del 2016, contro caporalato e sfruttamento del lavoro in agricoltura.
Occorre, infatti, che sia consolidata mediante la regia determinante delle Prefetture la rete costituita dai sottoscrittori istituzionali, sociali, imprenditoriali e del Terzo settore di quel Protocollo non casualmente detto “del Viminale” per i fenomeni connessi di sicurezza e di ordine pubblico. Consolidarla, specie sul versante del contrasto allo sfruttamento della manodopera, del trasporto (gratuito), del presidio del territorio, dell’accoglienza qualificata in strutture, dei piani formativi (comprensione della lingua italiana) e sportelli informativi per gli immigrati stagionali, di progetti finalizzati alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché della facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro non solo nel settore agricolo. Tali processi ancora in divenire non possono avere tempi lunghissimi ma vanno resi concreti e, per quanto possibile, definitivi come sostenuto e rivendicato unitariamente dal movimento sindacale nel corso della grande manifestazione nazionale del 25 giugno 2016 tenuta a Bari.
In quella circostanza si è dato atto al Governo e, per quanto ci riguardava, alla Regione Puglia delle rispettive buone volontà dichiarate reiteratamente per sconfiggere la piaga dello sfruttamento della manodopera, in special modo quella dei cittadini immigrati ma abbiamo anche chiesto a gran voce che sia data concretezza agli impegni consequenziali, a partire dalla certezza delle risorse finanziarie che dovranno essere messe a disposizione dei singoli progetti.

Anche per queste ragioni la Fai Cisl insiste affinché siano accelerati i tempi della sottoscrizione del Patto o Protocollo pugliese, previsto dal Protocollo nazionale anche per le Regioni Basilicata, Calabria, Sicilia, Campania, Piemonte. I villaggi solidali nella nostra Regione sostituiscano i ghetti, l’intera filiera del mondo agricolo venga finalmente responsabilizzata, le aziende assumano ruolo di centralità nel contrasto allo sfruttamento lavorativo grazie alla “Rete Lavoro Agricolo di Qualità” e all’introduzione del principio della responsabilità solidale nei casi di intermediazione illecita o sfruttamento, venga promossa una vera governante del lavoro agricolo ed attivati i servizi alle persone promuovendone integrazione e cultura civica.

La Fai Cisl – conclude la nota – continuerà a svolgere con il senso di responsabilità di sempre il proprio ruolo di sollecitazione, di stimolo e di presa in carico di interventi progettuali grazie alla presenza delle proprie strutture e del Sistema Servizi della Cisl in tutto il territorio pugliese. »

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