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Sono ore cruciali quelle che stanno interessando l’acciaieria più grande d’Europa in questi giorni. E’ infatti in bilico il destino dell’Altoforno 2. La magistratura dovrebbe, pare, esprimersi entro il 12 dicembre.

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Intanto questo sera parte la maxi manifestazione indetta per protestare. Dalle ore 23 di questa sera e fino alle 7 di mercoledì 11 dicembre le organizzazioni sindacali hanno proclamato uno sciopero.

Secondo quanto si apprende il Sindacato USB presiederà le portinerie mentre Fiom, CISL e UILM partiranno alla volta di Roma con 15 autobus.

USB: “è ora di schierarsi, per il bene dei lavoratori e di tutta la comunità

“Quello che è stato fatto a Genova si può e si deve fare pure a Taranto, “ACCORDO di PROGRAMMA” finalizzato alla chiusura delle fonti inquinanti e alla riconversione economica del territorio con garanzia dei posti di lavoro diretti e indiretti.

Non è una chimera, l’alternativa è accettare il massacro sapendo che quella fabbrica in pochi anni chiuderà comunque, senza nessuna garanzia né sulla questione ambientale/sanitaria né su quella occupazionale.

Il presidio e i SIT-IN sono aperti a tutti, è ora di schierarsi, per il bene dei lavoratori e di tutta la comunità. Pretendere salute e lavoro è un obbligo, perché rientra come diritto nella costituzione Italiana.”

Palombella(Uilm): “Urge chiarimento da parte di Conte e Patuanelli su ipotetica lettera di rescissione di Arcelormittal”

“Chiediamo urgentemente che il Presidente del consiglio Conte e il Ministro Patuanelli chiariscano e spieghino se sia realmente arrivata la lettera da parte di ArcelorMittal di cui parlano da alcuni giorni diversi organi di stampa. Secondo diverse fonti ArcelorMittal avrebbe comunicato la rescissione dal contratto e la disponibilità a pagare la penale prevista dall’accordo per un importo totale di un miliardo di euro”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.
“Questa ulteriore notizia da parte di alcune autorevoli fonti di stampa – continua il leader Uilm – si inserisce in un clima già fortemente teso e pesante che si respira all’interno degli stabilimenti italiani del gruppo”.
“Vogliamo sapere da Conte e Patuanelli  – conclude– se realmente abbiano ricevuto questa lettera e vogliamo sia fatta urgentemente chiarezza su quanto sta accadendo. Non si può giocare sulla pelle di 20mila lavoratori”.
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