«Una forte iniziativa politica per reinserire la realizzazione della linea ferroviaria che collega Ancona, Pescara e Foggia con Bari e Taranto, un progetto che la Commissione ha escluso dal corridoio ScanMed.» E’ l’appello lanciato dall’eurodeputata M5S Rosa D’Amato nel corso di un incontro che si è svolto ieri a Strasburgo tra alcune deputati del Parlamento europeo e i dirigenti del gruppo RFI, ossia le Ferrovie dello Stato.
«A fine gennaio – ha detto D’Amato – la Commissione europea ha stabilito l’esclusione di questa linea ferroviaria corridoio di trasporto transeuropeo che parte dalla Finlandia e giunge fino a Malta. Sappiamo che il gruppo RFI ha richiesto di inserire nel progetto Scan-Med sia la linea adriatica sia il collegamento fra Gioia Tauro e Taranto allo scopo di rimuovere due importanti colli di bottiglia della rete ferroviaria del nostro Paese.
Infatti, se realmente attuata, la decisone della Commissione europea penalizzerebbe fortemente le nostre regioni e rappresenterebbe un grave atto che indebolirebbe i nostri territori sul piano dello sviluppo e della crescita occupazionale.
In quanto relatrice ombra del dossier del Parlamento Ue sulla Macroregione Adriatico-Jonica – ha proseguito l’eurodeputata – sostengo che sia necessaria una comune e decisa iniziativa politica affinché, a partire dalla fondamentale modifica del corridoio ScanMed, l’intero progetto costitutivo della Macroregione Adriatico-Jonica possa venire adeguatamente finanziato, soprattutto per quel che riguarda le infrastrutture, garantendo così un’efficiente interconnessione con il trasporto marittimo e con i porti.
Mi riferisco in particolare – ha proseguito la D’Amato – alla situazione di Taranto, il cui porto è sotto e male utilizzato.
Nel suo intervento, D’Amato ha parlato anche del quarto Pacchetto ferroviario dell’Ue, «un programma che potrebbe avere ricadute positive sul nostro Paese, a patto però di evitare, come successo negli ultimi anni, di privilegiare i progetti infrastrutturali migliori e più redditizi a scapito di un’offerta integrata e ad ampio raggio per tutti.
Non vogliamo – ha continuato D’Amato – che il settore ferroviario venga piegato alla logica dei profitti privati. L’Europa ha bisogno di servizi ferroviari a prezzi accessibili e di qualità per tutti, a prescindere dall’area geografica di residenza”. Inoltre, ha proseguito D’Amato, “nel pacchetto si tende a privilegiare la logica della concorrenza a scapito di quella del servizio e ciò porterà inevitabilmente a misure di riduzione dei costi, aumentando la pressione sulle condizioni di lavoro e sull’occupazione”
Infine, ha concluso l’eurodeputata, tutti questi progetti, a prescindere dai rischi che ho sottolineato, ne corrono uno ancora più grande: l’immobilismo. Già, perché per realizzare queste opere servono investimenti pubblici. E per fare investimenti pubblici, soprattutto in paesi come l’Italia, occorre chiudere una volta e per tutte con il cappio del patto di stabilità.
Con questo cappio – ha concluso la D’Amato, che né il piano di investimenti di Juncker, né la nuova comunicazione dell’Ue sulla flessibilità hanno tolto, per l’Italia qualsiasi progetto di sviluppo resterà relegato al libro dei sogni».