“Trecento operai dell’Eni a rischio cassa integrazione per colpa di una gestione approssimativa da parte del governo nazionale, alla quale si aggiunge un atteggiamento scaltro dell’azienda, che ha da subito messo in moto un inaccettabile ricatto occupazionale“, così l’onorevole Vincenza Labriola, capogruppo del Gruppo Misto in Commissione Lavoro.
“Se il governo fosse intervenuto prima della magistratura, affrontando da subito le problematiche ambientali, non ci troveremmo a questo punto – prosegue Labriola -. La raffineria di Taranto, che lavora il greggio estratto a Viggiano, rischia di rappresentare un nuovo dramma del lavoro, in un Mezzogiorno nel quale non sembra possibile programmare o prevenire, ma solo affrontare angosciose emergenze, spesso con tanto di sconfitta finale“.