Negli ultimi anni si è assistito a un incremento notevole nelle opere educative di sensibilizzazione a favore del rispetto del medio-ambiente che, come conseguenza, non ha portato solo a una maggiore consapevolezza sul tema, ma anche all’aumento dell’interesse nello sviluppo e il consumo di energie pulite, così come evidenziato dalla nascita costante di nuove opportunità di trading e investimenti nelle energie rinnovabili.
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha pubblicato online a fine 2017 il documento “Fonti Rinnovabili in Italia e in Europa – Verso gli Obiettivi al 2020”, nel quale si presenta uno studio statistico approfondito sul consumo delle Fonti di Energia Rinnovabili (FER) nel 2016 in 28 Stati situati nel Vecchio Continente.
In questo contesto, l’Italia si classifica in terza posizione per consumo di energia proveniente da FER (10,8%, 22 Milioni di Tonnellate Equivalenti di Petrolio – MTEP) solo dietro a Germania (17,2%) e Francia (12,5) e quarta per consumi energetici totali (10,4%, 120 Mtep) dopo Germania (19,5%), Francia (13,5%) e Regno Unito (11,4%). Risultando anche superiore alla media UE a 28 Stati (18,3% contro 17,5%), il nostro Paese è l’unico a aver raggiunto con largo anticipo l’obiettivo complessivo (overall target) stabilito dalla direttiva 2009/28/CE al 2020, ossia il superamento della percentuale di FER sui Consumi Finali Lordi (CFL) maggiore della quota minima del 17%. Questo risultato non è positivo solo in ottica presente ma anche futura, permettendo di affrontare con la massima fiducia anche gli obiettivi proposti dal Ministero dell’Ambiente attraverso il “Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima per il 2030”, nel quale si eleva la quota FER complessiva di 13 punti percentuali – fino al 30% dei CFL – e la quota FER specifica per il settore elettrico al 55%.
Oltre a essere uno dei Paesi che ha contribuito maggiormente all’aumento del consumo totali di FER a livello europeo – equivalente a 121,1 Mtep –, occorre inoltre sottolineare che l’Italia si è classificata seconda in quanto a riduzione dei consumi energetici lordi, registrando nel 2016 un valore di -14% rispetto ai dati previ risalenti al 2005.
Tenendo in considerazione che il contributo maggiore proviene da Regioni come Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, tre sono i settori principali interessati dalla produzione di FER su tutto il territorio nazionale:
Il raddoppiamento del contributo di FER nel corso di dieci anni – da 10,7 Mtep nel 2005 a 21,1 Mtep nel 2016 – assume dunque una duplice interpretazione. Da un lato, considerando che un Mtep da fonti rinnovabili corrisponde a un milione di tonnellate di petrolio bruciate in meno, si è risparmiato l’uso di 21 milioni di barili di petrolio ogni anno, apportando così inestimabili benefici per il medio-ambiente. D’altro canto, questo valore trasforma il settore delle energie rinnovabili in una nuova e ineguagliabile opportunità d’investimento per il futuro prossimo.