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«Quella di Teleperformance è la solita storia: quella di un’azienda che sfrutta fino all’ultimo centesimo incentivi, fondi europei e ammortizzatori sociali. E poi, quando i soldi pubblici dei contribuenti sono finiti, chiude i battenti e se ne va.

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E’ quello che sta succedendo a Taranto, dove 2.700 persone, tra cui tantissimi giovani, rischiano di restare senza lavoro a partire da luglio. Per il territorio si tratterebbe di una vera e propria catastrofe sociale. Il governo Renzi batta un colpo, e lo faccia soprattutto il neo governatore Emiliano». E ‘ quanto dichiarano i portavoce pugliesi del Movimento 5 Stelle. Il riferimento è alla possibile chiusura della sede tarantina dell’azienda francese di call center Teleperformance, che con i suoi 2.700 addetti, di cui 1.700 con contratto a tempo indeterminato e circa 1.000 con contratto a progetto, rappresenta a Taranto la seconda realtà di lavoro dopo l’Ilva. «A fine giugno 2015 scadrà l’accordo che negli ultimi anni ha consentito a Teleperformance un innegabile vantaggio competitivo – continuano per voce dell’eurodeputata Rosa D’Amato e del consigliere regionale Marco Galante – Un vantaggio che si aggiunge ad altri incentivi e benefici pubblici di cui ha usufruito negli anni per consolidarsi nel territorio. Adesso che i rubinetti dello Stato si sono chiusi, Teleperformance chiude i battenti sventolando presunte perdite milionarie, quando la realtà è una sola: delocalizzare in Albania, dove il costo del lavoro è inferiore a quello italiano».

I consiglieri regionali e parlamentari puntano il dito anche contro Regione e Governo nazionale: «Cosa hanno fatto finora? A fronte delle enormi risorse pubbliche ricevute, Teleperformance ha dato seguito agli obblighi previsti dalle norme? Sono stati fatti gli adeguati controlli? A queste domande – continuano D’Amato e Galante – bisogna dare delle risposte e in caso di violazioni da parte dell’azienda occorre attuare sanzioni adeguate a tutela dei diritti dei lavoratori penalizzati.
Si tratta delle stesse domande e delle stesse proposte rivolte ai ministri Poletti e Guidi già nel febbraio del 2015 in una interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle (a prima firma della senatrice M5S Daniela Donno). La scadenza dell’accordo fissata per il 30 giugno 2015 era dunque nota da tempo al governo nazionale, che però non ha mosso un dito.

Sarebbe il caso – concludono D’Amato e Galante – che il neo eletto presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, riceva una delegazione di dipendenti della Teleperformance di Taranto, per toccare con mano la reale portata di questo ennesimo dramma socioeconomico e soprattutto per fare in modo che vertici aziendali e istituzioni (nazionali e regionali) si assumano le proprie responsabilità dinanzi alle 2.700 famiglie colpite».

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