«L’ennesimo allarme che si registra sul territorio e che riguarda il rischio di dismissione da parte di Evergreen e Tct impone azioni precise ma soprattutto celeri.» E’ quanto afferma Confindustria Taranto in un comunicato che fa il punto sulla ennesima, grave, emergenza lavorativa e sociale.
«Da questa necessità – spiega Confindustria Taranto – prende il via il coinvolgimento diretto, nella questione, di Confindustria nazionale, “chiamata” ad intervenire da Confindustria Taranto nella gestione di un’emergenza che, come altre, rischia il punto di non ritorno a causa di lungaggini (burocratiche e non) assolutamente deleterie per lo sviluppo del porto e del territorio.
Confindustria ritiene infatti che l’accordo interministeriale sullo sviluppo dei traffici cointainerizzati stipulato ad aprile del 2012 – e scaduto pochi mesi fa- debba essere al più presto rimodulato a livello centrale e attuato in tempi brevi per ridare ai terminalisti prospettive di reali continuità operativa nel porto di Taranto.
Caso contrario – avverte Confindustria Taranto, assisteremo all’inevitabile dietro front di una multinazionale che non ha più interesse – soprattutto alla luce del mancato rispetto dei vari punti dell’accordo 2012- a permanere sul nostro territorio.
La partita è di proporzioni enormi ed altrettanto gravi sono le preoccupazioni di Confindustria rispetto a questa ennesima criticità, che va peraltro ad aggiungersi ad una serie di clamorose lungaggini che ad oggi riguardano il “sistema” Taranto: oltre alla mancata infrastrutturazione del porto grandissimo ritardo si registra infatti sui processi di bonifica e di ambientalizzazione del territorio che dovevano essere già da tempo avviati.
Con il riavvio della Cabina di Regia per le bonifiche, previsto nei prossimi giorni – ribadisce Confindustria Taranto, indispensabile sarà ottenere la certezza di attuazione celere dei processi previsti ed altrettante garanzie per l’impiego dei fondi già stanziati e per l’eventuale assegnazione di risorse aggiuntive.
Accogliamo in questo senso con favore le dichiarazioni, dei giorni scorsi, di WWF e Peacelink, che invocano sia l’infrastrutturazione portuale sia le bonifiche quali elementi essenziali per far ripartire lo sviluppo. Una convinzione che condividiamo e rilanciamo perchè riteniamo essere l’unica possibile per poter davvero parlare, per Taranto, di un futuro di sviluppo ecosostenibile e vantaggioso per tutti. E stiamo parlando, peraltro, di opere che assumono rilevanza nazionale che non a caso hanno impegnato, in entrambi i casi, i ministeri di competenza.
E’ evidente –conclude Confindustria Taranto, alla luce della situazione attuale, che gli accordi già stipulati non bastino più: sarà necessario rivedere – e occorrerà farlo in questi giorni – le azioni da mettere in campo, investire il governo e ripartire con altre certezze e cronoprogrammi celeri. Indispensabile però, sarà superare realmente i ritardi ed assumersi, ciascuno per la propria competenza, le rispettive responsabilità per scongiurare quanto già sta accadendo: una città che continua a perdere pezzi importanti della sua economia e della sua storia.»