Gli agricoltori ionici esprimono in una lettera aperta la loro contrarietà alla chiusura dell’ospedale di Castellaneta.
La temporanea sospensione dell’attività del “San Pio” è stata disposta dalla ASL di Taranto per procedere alla sanificazione della struttura, approfittando del fisiologico rallentamento dell’attività ospedaliera conseguente alle festività pasquali
A partire da mercoledì 8 aprile quindi, l’attività del Presidio sarà sospesa e i degenti trasferiti in altre strutture. La sospensione dell’attività comporterà sia il collocamento in congedo ordinario di tutto il personale che ha ancora ferie non godute dell’anno 2019, sia il collocamento in congedo straordinario da rischio radiologico 2019/2020 per coloro che ne sono beneficiari, fatta salva l’ipotesi del personale che possa essere più utilmente integrato nei percorsi Covid presso l’Hub del Moscati ovvero presso il Presidio Post Acuzie di Mottola.
La preoccupazione degli agricoltori
In una lettera aperta indirizzata al Presidente Regione Puglia e Assessore alla Sanità, al Direttore Generale ASL Taranto, al Direttore Sanitario ASL Taranto e al Direttore Medico del Presidio Ospedaliero di Castellaneta, i referenti di alcune delle principali associazioni degli agricoltori prendono posizione sulla sospensione delle attività del nosocomio.
Nella missiva, il Presidente ANP Michele D’Ambrosio, il Direttore CIA Vito Rubino ed il Presidente CIA Pietro De Padova esprimono “molta preoccupazione” per la temporanea sospensione delle attività del presidio ospedaliero occidentale.
“Potremmo dirci basiti davanti ad un così repentino atto deliberativo che dispone da qui a due giorni la chiusura, seppure temporanea, dell’Ospedale San Pio di Castellaneta, ma ormai non ci stupiamo più di niente.” scrivono D’Ambrosio, Rubino e De Padova. ” Possiamo solo augurarci che questo provvedimento non sia il preludio di un ridimensionamento/chiusura piuttosto che dell’auspicato rilancio del presidio ospedaliero di primo livello che, lo ricordiamo, è al servizio di un bacino di oltre 150mila utenti e copre un intero versante della provincia di Taranto.
Non è dato sapere neanche il giorno fissato per la riapertura e questo non può che destare ulteriore preoccupazione nella popolazione. Non abbiamo, ad oggi, alcuna certezza sul futuro, considerato che il potenziamento è andato a rilento negli ultimi mesi, al limite della paralisi, nonostante le rassicurazioni ricevute nel mese di settembre 2019 incontrando la dirigenza ASL.”
Nessuna risposta alle richieste di chiarimenti sul progetto di riattivazione
“Esattamente un mese fa – scrivono nella lettera aperta D’Ambrosio, Rubino e De Padova, come CIA provinciale Due Mari e come ANP provinciale (l’associazione pensionati della CIA) vi avevamo scritto per chiedere a che punto fosse il progetto di riattivazione e pieno funzionamento della rianimazione e dell’unità coronarica con emodinamica e il potenziamento del nosocomio come ospedale di primo livello, esigenza già rappresentata nei mesi antecedenti. Non c’è stato alcun riscontro alla nostra missiva.
La CIA e tutte le sue articolazioni – l’ANP, il patronato INAC, l’AGIA, l’Associazione Donne in Campo e tutti i suoi associati, in quanto cittadini utenti, sono impegnati da tempo nella battaglia per rilanciare l’ospedale di Castellaneta.
Ci saremmo aspettati uno sforzo indirizzato a garantire la piena operatività dell’ospedale durante l’emergenza Covid19, invece prendiamo atto di una decisione diametralmente opposta.”
“Un provvedimento alquanto tardivo”
“Riguardo, invece, a quanto si legge nella nota che annuncia la temporanea sospensione dell’ospedale, ovvero che la Direzione generale intende procedere al “monitoraggio del personale coinvolto a vario titolo in episodi di contagio con le relative quarantene e ad una contestuale sanificazione complessiva”, questo “in concomitanza del fisiologico rallentamento dell’attività ospedaliera conseguente alle festività pasquali” e che i degenti saranno dimessi oppure trasferiti in altri presidi ospedalieri.
Tutto ciò – concludono nella loro lettera aperta il Presidente ANP Michele D’Ambrosio, il Direttore CIA Vito Rubino ed il Presidente CIA Pietro De Padova – lo consideriamo un provvedimento alquanto tardivo rispetto al riscontro dei casi positivi avvenuto, a quanto ci risulta, più di due settimane fa.”