Borsa di studio
Pubblicità in concessione a Google

Legami di sangue e di culture nel Regno di Napoli in un processo identitario che accomuna famiglie: gli Scarfoglio e i Gaudinieri.

Pubblicità in concessione a Google

Edoardo Scarfoglio e Agostino Gaudinieri avevano un legame di parentela. Il primo di origini calabresi da parte di padre, il secondo calabrese con origini albanesi da parte della madre. Una nuova documentazione pone un ulteriore approfondimento sulla storia della famiglia Gaudinieri – Bruni, di cui è uscito recentemente il romanzo storico “Cinque fratelli. I Bruni – Gaudinieri nel vissuto di una nobiltà” (Pellegrini editore).
I Gaudinieri, infatti, erano imparentati con la famiglia Scarfoglio e, quindi, vi era un legame proprio con il giornalista, marito di Matilde Serao, Edoardo Scarfoglio di cui il prossimo anno si celebra il centenario della morte essendo nato a Paganica (frazione dell’Aquila) nel 1860 e morto a Napoli nel 1917. Agostino Gaudinieri nato a Spezzano Albanese (Cosenza) nel 1892 e morto a Cosenza nel 1966.
Un poeta e uno scrittore, oltre che un giornalista, che ha segnato il linguaggio moderno nel Sud delle eleganze e dei linguaggi innovativi. Il padre di Edoardo, Michele, era un magistrato di origini calabresi della provincia di Cosenza, le cui radici erano tra Bisignano ed Acri. Mentre la madre, Marianna Volpe, aveva origini abruzzesi.

La famiglia Scarfoglio ebbe ottimi rapporti con i Gaudinieri, i quali si stanziarono, come prima residenza, proprio ad Acri, dove ancora c’è la prima dimora: il Palazzo Gaudinieri. Le successive generazioni trovarono sede nella comunità Arbereshe di Spezzano Albanese.
Agostino Gaudinieri, il colonnello che ha partecipato alla Grande Guerra, pare che abbia conosciuto Edoardo Scarfoglio qualche anno prima che morisse, subito dopo essere tornato dal fronte di Bosco Cappuccio (dove era stato il comandante di Ungaretti) per le cui imprese distintosi come valente militare verrà decorato.

Agostino, che conosceva bene questo ramo di parentela con gli Scarfoglio, si fermò a Napoli e qui ebbe modo di incontrarsi con Edoardo, quando questi non viveva più con Matilde Serao, con la quale si era sposata nel 1885. Ma i rapporti con la Serao si interruppero nel 1904, in seguito alla vicenda di Scarfoglio con la ballerina Gabrielle Bessard dalla quale ebbe una figlia, che venne allevata dalla stessa Serao.
La famosa frase di Scarfoglio resta: “Napoli è l’unica città mediorientale che non ha un quartiere europeo”. Fa eco un concetto di Agostino Gaudinieri: “Chi vuole capire il vero Mediterraneo e tutte le contaminazioni e gli intrecci di mare e di porto vada a Napoli”.

Agostino Gaudinieri da bravo bibliofilo e letterato, oltre che colonnello dell’Esercito italiano e ottimo militare, era interessato agli scritti di un parente come Scarfoglio, il quale lo mise in contatto anche con D’Annunzio intorno agli anni 1915/16. E’ certo che custodisse alcuni testi importanti di Edoardo.
Gaudinieri conosceva molto bene il testo “Viaggio in Abissinia. Nascita del colonialismo italiano”, che era stato pubblicato nel 1936 dal figlio Carlo e riguardava scritti cosiddetti africani. Nella biblioteca di Agostino Gaudinieri dovevano trovarsi anche i suoi libri di viaggi pubblicati nel 1895 e nel 1897. Ovvero: “Le nostre cose in Africa” e “Il cristiano errante”.
Agostino Gaudinieri possedeva una biblioteca di prestigio, non tanto per la quantità dei testi piuttosto per la qualità dei libri e la loro rarità a cominciare da edizioni sulle problematiche militari sino a rare edizioni di Petrarca, di Leopardi e di Manzoni. Comunque, il Gaudinieri, che morì a Cosenza nel 1966, era uno stratega dell’arte militare, ma le sue conoscenze letterarie erano molto profonde.
“Viaggio in Abissinia. Nascita del colonialismo italiano” venne abbondantemente studiato e chiosato dal Gaudinieri e venne usato anche come testimonianza per approfondire le conoscenze del Mediterraneo.

Edoardo Scarfoglio visitò i luoghi del Mediterraneo e, oltre al suo viaggio con D’Annunzio in Grecia del 1895, praticò brevi e lunghe escursioni per comprendere le sue radici mediterranee e il suo fascino per la storia del colonialismo lo portò a ricercare tra i mari. Aveva ben otto imbarcazioni. Ognuna aveva compiuto un percorso preciso, ma anche quando non era in mare spesso, ancorate nel porto, le abitava.
Agostino Gaudinieri imparò molto dagli scritti del suo parente Edoardo Scarfoglio. La sua “arte militare” non smetteva di formarsi e, a volte, di plasmarsi sulla capacità di interpretare la letteratura colonialista. Un dato significativo che fa capire il legame, non solo di parentela (di sangue), tra i Gaudinieri e gli Scarfoglio, ma anche culturale e storico.
Un frammento vissuto tra Cosenza e Napoli, in quel Regno delle Due Sicilie in cui le contaminazioni culturali sono state una ricchezza e i libri di Scarfoglio testimoniano tutto ciò e le letture di Gaudinieri sono un emblematico esempio. Di Scarfoglio si celebra il centenario della morte il 2017. Di Agostino Gaudinieri il 2016, si sono celebrati i 50 anni dalla morte, mentre nel 2017 ricorrono i 115 dalla nascita.

Celebrazioni certamente, ma soprattutto definizioni di identità in una eredità storica tra nobiltà e aristocrazia. La ricerca non smette di rivelare sempre più particolari che vanno ad arricchire la straordinaria storia della famiglia Bruni – Gaudinieri.

Pubblicità in concessione a Google