“Ricordate il vostro primo giorno di scuola? A quando risale? Raccontacelo con un commento… “. E questo l’invito che abbiamo lanciato questa mattina e intanti sono stati i ricordi che ci avete voluto inviare. In questo post ci piace riassumerne alcuni…
“Era l’ottobre del 1965 – ci racconta Sara Ferri – ero felice di cominciare con la mia cartella rossa, il grembiulino nero e il fiocco bianco. Da li a poco scoprì che la mia maestra si chiamava come la mia. Questo fu la ciliegina sulla torta. Il suo nome? Ester Valente.” In molti ricordano la data del primo ottobre e quel grembiule nero raccontato già da Elio Francescone e Guerino Di Martino.
“Risale a tanti e tanti anni fa – ci dice Anna D’Amicis – piccolina ed esile mi perdevo in quel grembiule nero. Quel primo ottobre per la prima volta che mettevo piede nella scuola, mi accompagnò la nonna poiché la mia cara mamma lavorava.
C’è chi in quei giorni ha trovato l’amicizia della vita. Come Chiara Gianfreda: “Io non ricordo il mio primo giorno delle elementari, ma ricordo bene il mio primo giorno di scuola media….seduta vicino ad una amica mai conosciuta prima e che da quel giorno è diventata la mia amica di avventure di gioie emozioni e tristezze. Un’amica che non mi abbandona mai…..ricordo anche la professoressa di artistica, con aria da streghetta cattiva, ancora tutt’ora così rimasta,che come primo giorno fece piangere un’altra delle mie amiche…. tra le compagne di viaggio in questo bellissimo ricordo c’era Gessica Caramia”.
O come Giovanni Calzolaio che nella sua memoria ricorda anche la sua prima cartella: “Cerco di ricordare vagamente….sono del 1976 quindi era il 1982, il mio 1° giorno alle elementari ero con mia madre nel corridoio della scuola Don Bosco, ricordo che ero intimorito, prima di entrare in classe con addosso la classica cartella che era più o meno così:”
FrancescoQuaranta Giuseppina Fanigliulo ricorda che con pochi quattrini si faceva tanto. “Prima di tutto si andava a scuola senza spendere un sacco di soldi. Si usava il grembiule, lo zaino per chi lo possedeva oppure una semplice cintura elastica dove legavano i nostri libri e quaderni. Si studiava benissimo a mente e con matite e penne. I dottori, gli avvocati e gli altri professionisti prima si diplomavano così. Adesso invece la scuola è diventata un mutuo, non si fa altro che comprare comprare e comprare.”