«Aver mostrato l’anima nera di un lavoro sottopagato e irregolare potrebbe essere la ragione del messaggio di minaccia depositato sul cruscotto della macchina del nostro segretario della SLC-CGIL di Taranto.» Lo ipotizza in una nota stampa il Segretario generale della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, commentando un episodio in queste ore al vaglio degli inquirenti.
« Ma se questo dovesse trovare conferma – afferma Massafra – vogliamo dichiarare sin da ora che ne Andrea Lumino, né il singolo operatore di call center, così come qualsiasi lavoratore sfruttato della nostra terra, ci vedrà mai arretrare di un passo.
Siamo con Andrea e con tutti i nostri volontari, delegati e attivisti che ogni giorno si battono in nome di un lavoro degno e rispettoso dei diritti. Non siamo in grado di connotare questo fatto in maniera inequivocabile – chiarisce il Segretario generale della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra. Sappiamo solo che la coincidenza con le denunce operate dallo stesso sindacato di categoria nei confronti di una situazione davvero grave registrata in un call center di Grottaglie, suona oggi quanto meno sinistra. Perché la precarietà, lo sfruttamento e il raggiro denunciati dalla SLC e a cui erano costretti quei lavoratori potrebbe aver scoperchiato un affare troppo importante per una fetta di mercato occulto e senza scrupoli, pronto anche a minacciare violentemente chi crea disturbo o turbativa.
Come SLC il caso è stato già stato denunciato alle autorità componenti, ma come sindacato confederale abbiamo il dovere di rispolverare questioni antiche che riguardano un settore che conosce crisi solo per i call center regolamentati e in regola e non certo per quelli ospitati nei sottoscala – dichiara ancora Giuseppe Massafra – Il caso di Grottaglie pone con un urgenza e nuovamente la questione della concorrenza sleale ma anche dell’irresponsabilità di committenti importanti che senza alcuno scrupolo sono disposte ad affidare comunicazioni e dati sensibili a società che al massimo ribasso e in spregio ad ogni norma sul lavoro e sul contratto.
Quei lavoratori in nero a cui grandi imprese affidano il loro rapporto con mercato e potenziale clientela sono la cartina di tornasole – commenta infine il segretario della CGIL tarantina – di un sistema paese che ancora una volta sacrifica il diritto sull’altare del profitto. Di questo non ci renderemo mai complici ed è per questo che continuiamo a dire ad Andrea di andare avanti così!»