Don Alessandro: «da buon grottagliese non mancherò alla grande festa di San Ciro»

Nonostante i suoi impegni Don Alessandro ha colto la nostra richiesta e ci ha voluto raccontare le sue sensazioni quest'anno che non è più il vice parroco della Collegiata

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Sono ore intense queste per i grandi festeggiamenti in onore di San Ciro a Grottaglie.

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Una festa che negli ultimi anni ha subito notevoli cambiamenti(come le diverse sedi della focra) e ha visto l’avvicinamento di nuove persone che si sono occupate e si stanno occupando di rendere onore ad un evento che da sempre subisce l’attenzione popolare oltre che quella spirituale. Una festa religiosa ma anche civile. In fondo il Santo alessandrino è compatrono della città di Grottaglie.

Quest’anno all’appuntamento mancherà Don Alessandro Argentiero. Almeno nelle sue vesti ufficiali. Fino a ieri era il viceparroco della Chiesa Matrice ed è stato di supporto all’arciprete Don Eligio Grimaldi, padre spirituale della festa. Il giovane parroco è stato da pochi mesi destinato da S.E. Monsignor Santoro in una parrocchia della città di Taranto. In queste ore lo abbiamo cercato. Lo abbiamo contattato per fare una chiacchierata. Per conoscere le sue emozioni quest’anno, quando non sarà al fianco di Don Eligio. Emozioni che non ha mai celato ma ha sempre reso esplicite attraverso la sua più gioiosa esclamazione: “Evviva Sn Ciro”. Nonostante i suoi impegni Don Alessandro ha colto la nostra richiesta e ci ha voluto raccontare le sue sensazioni, quest’anno.

Primo San Ciro senza più essere il viceparroco della Chiesa Madre. Come sarà quest’anno? Quali emozioni percorreranno il tuo corpo e la tua anima stando “distante” fisicamente ma vicino con il cuore con lo spirito? 

«L’amore per S.Ciro accompagna ogni grottagliese, vicino e non alla Chiesa Madre e le emozioni sono le stesse, non cambiano pur non essendo più il vice parroco della Collegiata.  Indubbiamente mi mancherà tutto ciò che precede il giorno della festa: la novena, la gente richiamata alla fede dal nostro S.Ciro ma il mio cuore sarà lì, vicino a S.Ciro così come lo era un anno fa ed inoltre, da buon grottagliese, non mancherò agli appuntamenti principali del 30 e del 31».

Oggi svolgi il tuo ministero nella vicina Taranto, in un quartiere difficile, in una scuola con tanti nuovi allievi. Sei riuscito a portare San Ciro anche a loro? Se si in che modo?

«Come ho detto altre volte, all’inizio il cambiamento mi colse impreparato: mi sembrava difficile dovermi allontanare dalla “mia gente”, dai “miei bambini”. Poi, dopo un primo momento di smarrimento, ho capito che la “mia gente” ed i “miei bambini”  sarebbero rimasti tali ed infatti sono spesso a Grottaglie e rimarrò sempre il loro don Ale, sempre pronto e disponibile ad abbracciare ed ascoltare tutte le persone care del mio paese. Nel frattempo però, il Signore mi ha fatto il dono di conoscere altra gente meravigliosa: gente dal cuore semplice e grande, bambini che con i loro modi di fare hanno conquistato il mio cuore. Grazie a loro sto imparando anche il dialetto tarantino: sono tenerissimi quando manifestano il loro affetto, a modo loro naturalmente: “Mae’ t vulimm bene!” per esempio… Come avete detto voi però, quello dei Tamburi e della città vecchia di Taranto è un ambiente difficile e spesso non è facile parlare di Gesù e di santità a bambini che di frequente vivono situazione lontane dalla fede. Ho spesso parlato loro della ‘santità quotidiana’ quella realizzata nella vita di ogni giorno.  Ed ho parlato loro anche del “mio” S.Ciro, del medico che diventò santo. Loro naturalmente ne hanno già sentito parlare e conoscono bene la nostra “grande festa”».

Sabato 30 alle 19 e Domenica 31 alle 13.30 dove sarai? E come vivrai la benedizione della focra e quella della processione?

«Da buon grottagliese non potrò mancare né all’accensione della focra, né all’uscita della processione. Non sarò lì come vice parroco della Chiesa Madre ma come don Alessandro, sacerdote grottagliese devoto di S.Ciro, il santo di tutti i grottagliesi.»

In molti, noi compresi, ti considerano parte integrante dell’organizzazione della festa di San Ciro perché, anche grazie al tuo impegno e alla tua gioiosa presenza, hai, diciamo, riavvicinato tanti giovani a questa festa, non solo nell’aspetto civile, ma soprattutto nel suo aspetto spirituale e religioso. Chi griderà “Evviva San Ciro” quest’anno?

«Mi fa piacere che grazie alla mia testimonianza molti giovani ed anche meno giovani si siano riavvicinati alla Chiesa e al nostro amato S.Ciro e di questo, del dono della mia fede e del mio ministero, ringrazio ogni giorno il Signore. Il mio entusiasmo nasce dalla gioia, quella vera che il Vangelo dona ad ognuno di noi ed è questo che io cerco di trasmettere attraverso il mio ministero. Del resto, anche Papa Francesco dice: “non siate uomini e donne tristi e non fatevi rubare la speranza”. Il mio “Evviva S. Ciro” è un “Evviva il Vangelo. Evviva S. Ciro che ha donato la sua vita in nome del Vangelo”. Spero, quindi, che “Evviva S. Ciro” lo continui a gridare ogni grottagliese e che il mio sia solo un esempio, una testimonianza di fede e di gioia…EVVIVA SAN CIRO!!!»

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