Scientificamente si parla di DCA: Disturbi del Comportamento alimentare. Solo tre caratteri per designare una serie di malattie peculiari, derivanti da svariate cause, da ragioni spesso difficili da comprendere e ammettere, che vanno a deformare totalmente la concezione che si ha del cibo e in generale del nutrimento.
L’alimentazione ha sempre avuto un peso indispensabile nella vita dell’uomo. Negli ultimi anni, tuttavia, si è diffusa sempre più una nuova visione della relazione con gli alimenti. A iniziare dal biologico per passare attraverso l’impressionante crescita del numero di vegetariani e vegani, sempre più individui trasformano le loro consuetudini alimentari. Il cibo da fonte di sostentamento è diventato parte integrante di una nuova concezione della società, dove natura, etica ed economia dovrebbero convivere in maniera armonica. Stiamo assistendo, infatti, a un fenomeno molto interessante: l’espansione di una cultura della coscienza alimentare.
Ma c’è un momento in cui l’eccesso di coscienza alimentare e di attenzione verso la propria salute può trasformasi in patologia. Tra le nuove forme di disturbi alimentari troviamo, infatti, l’ortoressia, un disturbo rappresentato dall’ossessione morbosa verso i cibi sani e “puri” che generalmente sono vegetali crudi, cereali e più in generale alimenti privi di sostanze artificiali. In questo caso la preoccupazione per il cibo diviene il centro della propria esistenza. La tormentosa ricerca del piatto giusto e la sua preparazione possono degenerare in forme di disturbo ossessivo compulsivo, provocando ansie e manie difficili da controllare, sia da soli che in compagnia. La differenza sta proprio qui: nell’attenzione riposta non tanto sulla quantità quanto piuttosto sulla qualità.
Tra i nuovi disturbi dell’alimentazione troviamo anche la fame nervosa o binge eating disorder, che si colloca tra i disturbi a base nervosa, esattamente come anoressia e bulimia.
Per definizione si parla di fame nervosa nel momento in cui la persona in questione ingerisce cibo velocemente e in grosse quantità pur non avvertendo fame. Perché possa
eseguirsi la diagnosi, è richiesta la presenza di almeno due crisi a settimana per un lasso di tempo superiore a sei mesi.
Tra i principali disturbi del nostro secolo troviamo anche l’obesità che, nonostante il grado di denutrizione presente sul pianeta, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) costituisce uno dei primi problemi di salute pubblica nel mondo. Siamo, infatti, dinanzi a una vera e propria epidemia globale, che si sta espandendo in molti Paesi. Si tratta di una condizione caratterizzata da uno smisurato accumulo di grasso corporeo, generalmente dovuto a un’alimentazione errata e a uno stile di vita sedentario.
Non dimentichiamo, però, i disturbi più “classici” quali anoressia e bulimia. La prima consiste nel privarsi di cibo e in una conseguente perdita di peso, nel secondo caso l’individuo trangugia una dose di cibo sproporzionata per poi cercare di non metabolizzarlo e, quindi, non ingrassare attraverso vari metodi come i lassativi o il vomito autoindotto.
Secondo le più recenti informazioni trasmesse dal Ministero della Salute, di “alimentazione” si ammalano oltre 9.000 nuovi individui ogni anno, principalmente nella fascia d’età compresa tra i 12 e i 25 anni. I numeri totali sono spaventosi: tre milioni e mezzo di persone affette. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia a essere affetto da disordini alimentari è il 3,3% della popolazione generale. È un numero altissimo, che interessa sempre più spesso bambini e bambine di 8-10 anni.
Le richieste ricevute su GuidaPsicologi confermano l’attuale maggior diffusione della bulimia rispetto all’anoressia. Sono entrambe patologie complesse, causate da stati di disagio psicologico ed emotivo. Richiedono un trattamento doppio: del problema alimentare in sé e della sua natura psichica. Lo scopo è indurre il paziente, attraverso la modifica dei comportamenti e dell’attitudine, ad adottare soluzioni per gestire i propri stress emotivi e a ristabilire un comportamento alimentare equilibrato.
I disordini alimentari possono divenire una condizione grave e nei casi più duri possono portare alla morte, che solitamente accade per suicidio o per arresto cardiaco. Per questo vanno trattati in tempo. Per approfondire questa tematica, leggi questo articolo: http://www.guidapsicologi.it/articoli/disturbi-alimentari-non-e-solo-una-questione-di-peso.