“Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro”. Questo è lo slogan del Piano nazionale per la fertilità presentato oggi, 27 maggio, a Roma nell’Auditorium del Ministero della Salute.
Ha aperto i lavori della Conferenza stampa il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in videoconferenza. Sono intervenuti: la presidente del “Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità” Eleonora Porcu, i componenti del Tavolo Serena Battilomo, direttore dell’ufficio della salute della donna ministero della salute, Andrea Lenzi di Sapienza Università di Roma e Maria Emilia Bonaccorso, capo servizio salute Ansa. Presenti inoltre Maria Grazia Corradini del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Francesca Danese per l’ANCI.
Il Piano coinvolgerà cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, scuole, università, aziende sanitarie. Lo scopo è quello di collocare la Fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative del Paese con la consapevolezza che la salute riproduttiva è alla base del benessere fisico, psichico e relazionale dei cittadini.
Gli obiettivi del Piano
- Informare i cittadini sul ruolo della Fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possono metterla a rischio
- Fornire assistenza sanitaria qualificata per difendere la Fertilità, promuovere interventi di prevenzione e diagnosi precoce al fine di curare le malattie dell’apparato riproduttivo e intervenire, ove possibile, per ripristinare la fertilità naturale
- Sviluppare nelle persone la conoscenza delle caratteristiche funzionali della loro fertilità per poterla usare scegliendo di avere un figlio consapevolmente ed autonomamente
- Operare un capovolgimento della mentalità corrente volto a rileggere la Fertilità come bisogno essenziale non solo della coppia ma dell’intera società, promuovendo un rinnovamento culturale in tema di procreazione
- Celebrare questa rivoluzione culturale istituendo il “Fertility Day”, Giornata Nazionale di informazione e formazione sulla Fertilità, dove la parola d’ordine sarà scoprire il “Prestigio della Maternità”.
Il lavoro del “Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità” ha documentato il profilo multidisciplinare del tema delineando alcuni punti sostanziali per l’elaborazione di un Piano Nazionale per la Fertilità.
L’attuale denatalità mette a rischio il welfare
In Italia la bassa soglia di sostituzione nella popolazione non consente di fornire un ricambio generazionale. Il valore di 1,39 figli per donna, nel 2013, colloca il nostro Paese tra gli Stati europei con i più bassi livelli. Questo determina un progressivo invecchiamento della popolazione.
In un passato relativamente recente la fecondità tardiva riguardava la nascita del terzo o quarto figlio. Negli ultimi anni la maternità ad età elevate accade sempre più frequentemente per la nascita del primogenito. Il peso della cura dei bambini è molto rilevante per le donne più istruite e con lavori di responsabilità che si confrontano con alti costi opportunità e si trovano a dover ridurre la loro attività lavorativa.
Il ritardo alla nascita del primo figlio implica un minor spazio di tempo, ancora disponibile, per raggiungere il numero desiderato di figli. La combinazione tra la persistente denatalità ed il progressivo aumento della longevità conducono a stimare che, nel 2050, la popolazione inattiva sarà in misura pari all’84% di quella attiva. Questo fenomeno inciderà sulla disponibilità di risorse in grado di sostenere l’attuale sistema di welfare, per effetto della crescita della popolazione anziana inattiva e della diminuzione della popolazione in età attiva.
Va evidenziato che la contrazione della fecondità riguarda tutti gli Stati UE. Anche i Paesi anglosassoni, la Francia e i Paesi del nord Europa, che hanno attuato importanti politiche a sostegno della natalità, restano comunque al di sotto della soglia di sostituzione.
Il nostro Paese si pone quindi all’interno di una tendenza comune nel continente, dovuta non solo a fattori sanitari ed economici ma anche e soprattutto culturali e sociali, la cui analisi dettagliata esula dal presente Piano della Fertilità; fattori che comunque meriterebbero di essere approfonditi con attenzione.
La salute riproduttiva inizia nel bambino
Nel bambino e nella transizione dall’infanzia all’adolescenza si attuano numerose trasformazioni fisiche e psicologiche, che si svolgono sequenzialmente fino al conseguimento della maturazione sessuale e della capacità di procreare.
Questo momento di grande trasformazione di per sé può favorire l’ insorgenza di anomalie del sistema riproduttivo che determinano infertilità nell’ adulto.
Per questo motivo gli adolescenti e le adolescenti vanno seguiti dal pediatra e, insieme alla famiglia, educati a divenire autonomi e ad avere maggiore responsabilità per la propria salute ed in particolare per la propria sessualità come forma elevatissima di comunicazione umana che coinvolge l’interezza dell’essere.
Fin dall’adolescenza la funzione riproduttiva va difesa evitando stili di vita scorretti ed cattive abitudini (come ad esempio il fumo di sigaretta e l’alcool), particolarmente dannose per gli spermatozoi e per gli ovociti.
E’ essenziale inoltre evitare, fin dall’ infanzia, l’obesità e la magrezza eccessiva e la sedentarietà, oltre a fornire strumenti educativi ed informativi agli adolescenti per evitare abitudini che mettono a rischio di infezioni sessualmente trasmesse o gravidanze indesiderate.
L’età femminile governa la fertilità
Le giovani donne devono sapere che la “finestra fertile” femminile è limitata e vulnerabile e che la qualità degli ovociti si riduce al crescere dell’ età particolarmente dopo i 35 anni quando concepire un bambino diventa progressivamente sempre più difficile.
Le malattie generali e le malattie genitali insidiano la fertilità
Condizioni ambientali, professionali e iatrogene possono esporre a tossici ambientali con effetti avversi sulla salute.
Il sistema riproduttivo è particolarmente vulnerabile alle “interferenze” provenienti dall’ambiente in alcuni periodi critici e sensibili dello sviluppo biologico. Le disfunzioni ovulatorie si associano a buona prognosi riproduttiva e possono essere curate con successo. Le infezioni pelviche, acute o subacute, spesso trasmesse per via sessuale, possono compromettere la fertilità della donna, attraverso un danno della funzione tubarica.
Gli anticoncezionali di barriera e il tempestivo impiego dei presidi medici possono prevenire o ridurre i danni sulla fertilità femminile ma non sono sufficienti senza un comportamento sessuale consapevole e responsabile.
I fibromi sono la lesione uterina più frequentemente osservata durante il periodo fertile. In generale i miomi uterini possono ridurre la fertilità o causare un aumento di abortività in relazione alle dimensioni, al numero ed alla collocazione anatomica; nella maggior parte dei casi sono suscettibili di correzione chirurgica.
L’endometriosi si associa ad infertilità femminile, oltre che ad altri sintomi, che possono ridurre fortemente la qualità della vita della donna. Il trattamento medico-chirurgico della patologia può essere molto complesso. Una rilevante percentuale di donne con tale patologia ricorre all’aiuto medico per il concepimento.
Le patologie tubariche lievi e moderate sono correggibili chirurgicamente, mentre le forme severe implicano il ricorso alla fecondazione in vitro.
La medicina con la PMA può aiutare la fertilità naturale ma non sostituirla
Le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) rappresentano un’opzione per il trattamento della sterilità, ma non sono sempre in grado di dare un bambino. Anche per i trattamenti di PMA l’età della donna rappresenta il fattore che più riduce la possibilità di avere un bambino: dopo i 45 anni la possibilità di avere un bambino con i propri ovociti attraverso le tecniche di PMA è aneddotica.
La fertilità può essere difesa dal cancro
I tumori colpiscono anche in giovane età interrompendo quindi il progetto di genitorialità. Inoltre i trattamenti antitumorali possono avere un’attività più o meno tossica sull’ovaio e testicolo. Team di specialisti dovrebbero fare il counselling appropriato e proporre la giusta tecnica di preservazione della fertilità per il caso specifico.
Per approfondire leggi:
- Piano Nazionale per la fertilità
- Scheda – Dati documentoTavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità
- Abstract & key Messages