«Il consiglio regionale pugliese ha approvato, il 5 Dicembre 2017, a maggioranza e con la sola astensione del M5S la nuova legge sulla Caccia, recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma, per la tutela e la programmazione delle risorse faunistico-ambientali e per il prelievo venatorio”.» Lo ricorda Francesco D’Errico, presidente regionale della associazione CPA _ Caccia Pesca Ambiente.
«In sintesi questi i punti fondanti del provvedimento – spiega D’Errico: la vigilanza sull’applicazione della legge è affidata agli agenti dipendenti della Regione, cui viene riconosciuta la qualifica di agenti di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, nonché alle guardie volontarie, la cui attività è subordinata alla frequenza di corsi di qualificazione nonché al conseguimento di un attestato di idoneità. La nuova legge ha fissato anche le tasse di concessione regionale e i relativi criteri di riparto. Parte dei proventi dovrà confluire in un apposito fondo che sarà istituito per fare fronte ai danni non altrimenti risarcibili arrecati alla produzione agricola, nonché al patrimonio zootecnico dalla fauna selvatica stanziale. Sono state inoltre previste 15 giornate di mobilità su tutto il territorio regionale, accogliendo in parte le richieste delle associazioni venatorie. La composizione dei comitati di gestione degli ATC passerà da 20 a 10 componenti, 3 nominati dalle associazioni venatorie, 3 dalle associazioni agricole, 2 dalle associazioni ambientaliste, 2 dagli enti locali. Gli stessi ATC saranno commissariati entro 10 giorni dall’approvazione della legge. La nuova perimetrazione degli ATC con relativi comprensori sarà in seguito inserita in un apposito regolamento.
Sono previsti notevoli inasprimenti delle sanzioni per particolari fattispecie di reato. In linea di massima sono stati accolti alcuni suggerimenti che come associazioni venatorie abbiamo fornito. Tuttavia si continua nel solco di una legislazione che guarda alla caccia come ad un’attività da limitare, chiudere in recinti, sottoporre ad un regime sanzionatorio fuori misura. Fermo restando che come associazione venatoria siamo per il più rigido rispetto delle regole, non possiamo che essere in totale disaccordo con l’inasprimento delle pene e in generale con le sanzioni penali; in un contesto di generale depenalizzazione di tanti reati, anche importanti, continuare a prevedere sanzioni penali in materia venatoria è assolutamente aberrante .Il CPA inoltre è assolutamente contrario ai vincoli alla mobilità venatoria, ai “recinti” per i Cacciatori, introdotti dalla legge 157/92 che ha fallito nella maggior parte delle sue prospettive . La Caccia alla migratoria deve essere libera su tutto il territorio ed il cacciatore deve essere libero di andarla a cercare, secondo i periodi e le stagioni. Altro discorso per la fauna stanziale, vincolata al territorio, che viene immessa e “gestita” dai Cacciatori locali e che prima degli altri hanno il diritto di cacciarla .
Sostanzialmente – conclude Francesco D’Errico, presidente regionale della associazione CPA – il principale vulnus è nella riforma legge regionale 27/98 che recepisce la legge 157/92 senza che sia mai stata rivista ed aggiornata quest’ultima.»