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“La strada tracciata dall’intervento dello Stato su Taranto e sull’emergenza ambientale e produttiva prodotta dall’ILVA, indica un punto di partenza ma resta ancora molto fumosa sulla meta da raggiungere.
Siamo stati sempre strenui sostenitori di una idea di Stato che si assumesse l’impegno di agire in prima persona su una questione così delicata, che imponeva scelte difficili che non potevano essere risolte  con leggerezza e soprattutto senza l’utilizzo di importanti risorse economiche, ma seppur ci si trovi di fronte ad una eventualità da noi da tempo auspicata, siamo altrettanto convinti che quel Decreto così com’è rischia di lasciare irrisolti alcuni dubbi di nodale importanza.” E’ quanto dichiarano in una nota stampa congiunta i segratari di CGIL e FIOM/CGIL di Taranto.

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“Quel Decreto va dunque migliorato, così come vanno precisate e affinate alcune norme di contesto”. Continua la nota“Il rifermento agli “adeguati livelli occupazionali” ci preoccupa sul piano della tenuta dell’attuale situazione occupazionale dello stabilimento. Se non si affronta concretamente la questione della capacità produttiva dello stabilimento e dunque se non si affronta il tema di quale piano industriale si doterà la nuova Ilva, continueremo ad esprimere perplessità e a non dirci tranquilli.
Tema non trascurabile anche in vista di un cambio di assetti della società ILVA che con l’avvio dell’amministrazione straordinaria potrebbe mettere in discussione la continuità del contratto di solidarietà per i lavoratori diretti e qualsiasi garanzia occupazionale per i lavoratori dell’appalto.
Nel decreto poi, non vi è alcun riferimento alla new.co., alla tempistica riferibile alla sua costituzione e alla sua dotazione finanziaria, fattori, a nostro parere, fondamentali per la prospettiva dello stabilimento.C’è poi il tema delicatissimo del processo di ambientalizzazione. Mancano i riferimenti temporali alla realizzazione dei lavori AIA, ma ancora più importante, un riferimento alla tipologia dei lavori strutturali quali batterie, agglomerato, altiforni, parchi minerali. Dire genericamente che si devono svolgere l’80% dei lavori non equivale a dire che quei lavori siano quelli più importanti o come dire quelli maggiormente impattanti con la salute e l’ambiente della comunità. A nostro giudizio si rende necessario esplicitare i riferimenti temporali già contenuti nel precedente decreto, con cui veniva adottato il piano ambientale e sanitario. Rimangono le perplessità circa il reperimento delle risorse per il risanamento e l’esercizio dello stabilimento di Taranto anche attraverso l’utilizzo delle somme sequestrate alla famiglia Riva, come ha già del resto rilevato il procuratore Greco in sede di audizione parlamentare.”

Massafra e Stefanelli espongono la posizione della CGIL e della FIOM sul Decreto ILVA: “Non è stata prevista alcuna garanzia per i crediti dei lavoratori e del sistema dell’appalto,  anche di natura risarcitorie, ai quali non è stato fornito alcuno strumento di tutela come invece era già stato precedentemente previsto per le banche attraverso la prededucibilitá. Ultima questione riguarda il fatto che l’intervento dell’amministrazione straordinaria trasferirebbe tutte le competenze presso il tribunale di Milano. Una questione che travalica i tecnicismi per assurgere a ruolo di punto nevralgico dal forte valore simbolico per un territorio che deve rimanere centrale non solo nella passività delle azioni previste, ma anche nell’importante funzione di difendersi ed ottenere giustizia e ristoro.”

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