«La Regione Puglia ignora le proprie stesse leggi, o più semplicemente fa finta di non conoscerle, in modo da rispettarle quando conviene e far finta di nulla quando in ballo ci sono “solo” gli interessi di un centinaio di lavoratori e delle loro famiglie.» Lo dichiara in una nota Giovanni D’Arcangelo, Segretario Generale della Filcams Cgil Taranto.
«Alla fame si aggiunge la fame – prosegue D’Arcangelo, alla povertà si aggiunge la povertà, e questa volta con il silente beneplacito dell’Istituzione regionale, che sugli appalti, forse in un periodo in cui gli interessi dei molti contavano di più dei privilegi dei pochi, aveva già deliberato. Si chiamava “clausola sociale”, descritta nella l.r. 25/2007, e serviva proprio a proteggere i lavoratori in caso di cambi di gestione di servizi appaltati, come è il caso del servizio di pulizia degli uffici regionali, una vertenza che coinvolge centodieci lavoratori in tutta la regione, dieci solo a Taranto.
Con l’assegnazione del nuovo appalto, il Consorzio Apulo-campano Multiservizi, avrebbe dichiarato che ci sarebbero stati tagli del 35% delle ore, per lavoratori che in media non lavorano più di quindici ore settimanali. La trattativa di lunedì 28 dicembre non ha avuto esiti positivi, nonostante noi chiedessimo alla Regione Puglia di intervenire presso l’azienda, perché sarebbe stata una vera e propria macelleria sociale. Come Filcams Cgil non possiamo che esprimere tutta la nostra sorpresa, il nostro rammarico nei confronti della Regione Puglia che non solo ha scelto di rimanere inerme di fronte alle richieste irricevibili del Consorzio, ma che così facendo non rispetta la legge che essa stessa ha promulgato. Una trattativa andata a vuoto, in cui non potevamo che abbandonare il tavolo.
La Regione Puglia – afferma il Segretario Generale della Filcams Cgil Taranto – smentisce se stessa, tradisce il proprio ruolo di garante dei cittadini e soprattutto contraddice tutti gli annunci e le promesse di miglioramento delle condizioni di vita, facendo finta di nulla quando si è presentata l’occasione. Sarebbe bastato che la Regione avesse fatto rispettare la proprie regole, le proprie leggi, invece di assistere allo stillicidio dei diritti dei lavoratori, divenendo nient’altro che testimone dell’ennesima prepotenza di un’azienda ai danni di precari e delle loro famiglie. A Bari l’unica legge che vale è quella del più forte.
Da tempo ormai assistiamo al prevalere degli interessi economici su quelli sociali, dei privilegi dei pochi nei confronti dei diritti di tutti, ma mai ci saremmo aspettati che fosse proprio un Ente Pubblico, la Regione Puglia, che negli ultimi dieci anni si è distinta per l’attenzione alle regole del lavoro, si prestasse a questo gioco sanguinoso.
I centodieci lavoratori e le loro famiglie – conclude D’Arcangelo – sono stati abbandonati dalla Regione Puglia, per loro la legge non vale, ma come Filcams Cgil faremo di tutto per tutelare i loro diritti, che sono i diritti di tutti i lavoratori. »