Quando Gabriele D’Annunzio attraversò Grottaglie il Vate aveva già scritto i suoi versi su Taranto e sui porti di Taranto si improvvisò in una sceneggiatura come ai tempi con Eleonora (la Duse). Ma il “Notturno” era nel contesto di quella temperie e il suo incontro con Raffaele Carrieri avvenne sì a Fiume, ma il ragazzo e futuro grande poeta dei mari divisi, ovvero Carrieri, aveva così mitizzato l’eroe di Buccari che non perse occasione per sfiorare, proprio a Grottaglie, la giacca militare del viaggiatore del mediterraneo attraversato con Scarfoglio e la Serao.
Il poeta che cantò Taranto e il suo Golfo si fermò a Grottaglie. Il suo amore religioso è stato sempre il francescanesimo e la figura di San Francesco di Paola lo condusse all’altro Francesco, a quello di Assisi. Ma a Grottaglie apprese le notizie del Paolano francese e si entusiasmò al punto di annotare la possibilità di scrivere una vita sui due Santi. Non fece nulla perché le azioni furono sempre più veloci dei pensieri e il pensiero non ebbe la possibilità di sedimentare in un linguaggio metaforico e allegorico. Ma visitò sfuggendo il convento di San Francesco di Paola. Attraversò Grottaglie e si fermò per ore frazioni o una sosta più prolungata?
Interrogativo che non resterà tale perché nei miei studi sulla nobiltà dei Gaudinieri, mia nonna paterna era una Gaudinieri come avrò modo di sottolineare nei prossimi giorni in un convegno in anteprima, la figura di D’Annunzio era di casa. Il tenente Agostino Gaudinieri, piú giovane di D’Annunzio ma fu decorato sull’Isonzo nel 1916, aveva avuto modo di conoscere molto bene il Vate, era di famiglia francescana e paolana, ed era a conoscenza del suo attraversamento tra le strade di Grottaglie, incuriosito soprattutto del convento dei Paolotti. Il resto nella mia relazione che consegnerò al Convegno sulla Grande Guerra.
D’Annunzio, comunque, era a conoscenza della nobiltà stemmata dei Gaudinieri (stemma, tra l’altro, raffigurante una aquila con una rosa rossa nel becco) che discendevano dai Godiner della Francia, giunti in Calabria nella temperie rinascimentale – barocca e il tenente Agostino Gaudinieri, zio di mio padre e fratello della madre, era molto amico del soldato Ungaretti Giuseppe, il quale era, anch’egli, a conoscenza del passaggio e della presenza, incognita, di D’Annunzio a Grottaglie. Ma aver vissuto in una famiglia con una vasta biblioteca e personaggi che hanno segnato la storia e hanno lasciato documenti straordinari mi permette di vivere questa “mia” storia che resta una storia senza parentesi. La venuta di D’Annunzio a Grottaglie…
Il Convegno di Roma sulla Grande Guerra e il libro che ricostruisce la storia della mia famiglia è un racconto che scriverà una pagina di conoscenze e di straordinarie novità… Tra la nobiltà dei Gaudinieri e D’Annunzio ci fu un legame proprio durante gli anni che si preparava il Fascismo e anche dopo…