«“Non fate il nostro stesso errore: contro la Xylella, gli abbattimenti non servono a nulla. Occorre contenere il batterio e lavorare sul rafforzamento delle piante”. A dirlo è stato Alexander Purcell, ricercatore dell’università statunitense di Berkley, che ha guidato le ricerche sul batterio che ha colpito la California. Un appello lanciato a Bruxelles nel corso del workshop dell’Efsa, l’agenzia Ue per la sicurezza alimentare, sull’emergenza Xylella.» Lo evidenzia Rosa D’Amato, eurodeputata del Movimento 5 Stelle che ha preso parte al workshop.
«Peccato – prosegue la portavoce penta stellata tarantina – che l’appello sia caduto nel vuoto. Per la Commissione europea, le evidenze scientifiche non contano nulla, anche se il caso californiano trova già riscontri in Puglia. Bisogna per forza ripartire da zero, condannando così gli ulivi e l’agricoltura salentini a morte certa. E’ vergognoso quello a cui ho assistito oggi. Ben due ricercatori, l’americano Purcell e il brasiliano Lopes, chiamati a Bruxelles alla Commissione europea proprio perché considerati tra i massimi esperti sulla Xylella, hanno chiarito, dati alla mano e sulla scorta di esperienze sul campo, che contro il batterio gli abbattimenti non servono e che un approccio integrato che miri a potenziare le buone pratiche agronomiche, e dunque la resistenza delle piante, può fermare il disseccamento degli ulivi. E’ quello che diciamo da tempo, è quello che dicono anche ricerche condotte sul campo in Puglia e diversi esperti italiani ed europei del settore. Ma Bruxelles ha risposto a queste evidenze sostenendo che la Xylella europea non abbia niente a che vedere con i casi californiano e brasiliano. Su che basi afferma ciò?
Non vorrei – continua la portavoce M5S – che l’intento della Commissione europea sia di favorire determinati interessi, compresi gli interessi di alcuni istituti di ricerca, giocando con la pelle della Puglia e degli altri agricoltori europei, come quelli francesi, che stanno vedendo diffondere il batterio sui loro territori. La Xylella è un batterio che muta geneticamente di continuo: ripartire da zero adesso con dei nuovi studi, tenendo ferme le misure estreme delle eradicazioni, porterà a dei risultati inapplicabili domani, perché domani il batterio sarà già cambiato.
Il governo italiano si svegli e suoni la sveglia anche a Bruxelles, se ne è capace – conclude D’Amato – In Puglia abbiamo già abbastanza prove che un mix di buone pratiche agronomiche e cure biologiche danno risultati ben più efficaci di abbattimenti e uso massiccio di pesticidi. I fondi europei si usino per questo, non per risarcire uliveti smembrati e terreni avvelenati».