«Una via sostenibile per salvare gli ulivi è possibile. Lo dicono studi e ricerche condotti in tutta Europa. Lo chiedono regioni come la Corsica e la Provenza, colpite anch’esse dalla Xylella.» Lo ha detto Rosa D’Amato, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, nel corso della tavola rotonda “Xylella Roundtable – Approccio integrato e sinergia fra università pugliesi, italiane e internazionali” che si è svolto a Bari.
Alla tavola rotonda hanno partecipato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il portavoce M5S in Regione Cristian Casili. A presentare le diverse ricerche sono stati il Consorzio scientifico-industriale francese Lubixyl, Marco Scortichini (direttore dell’unità di ricerca frutticoltura CREA), Cristos Xyloiannis (dell’Università della Basilicata), Antonia Carlucci (patologa dell’Università di Foggia) e Fabio Ingrosso (presidente di COPAGRI-Lecce). «Ora Italia e Ue si impegnino ad allargare il campo della ricerca – chiede l’europarlamentare tarantina. Servono più investimenti su questo fronte. E serve una maggiore interazione tra le ricerche condotte in Puglia e quelle di altri centri europei. Mi riferisco per esempio agli studi del Consorzio francese Lubixyl, il cui responsabile ha oggi lanciato un chiaro appello al presidente Emiliano affinché unisca gli sforzi con altre regioni come la Corsica. Emiliano raccolga questo appello e usi i fondi del Psr per promuovere ricerche e pratiche agronomiche in linea con il rispetto e le peculiarità del nostro territorio».
«Occorre anche un cambio di passo nelle modalità con cui l’Unione europea affronta tali situazioni – dicono D’Amato e Casili – dando maggiore peso a misure di contenimento e di prevenzione nei casi in cui l’eradicazione non è più possibile o non ha senso. Bisogna evitare abbattimenti indiscriminati e uso di pesticidi, trattamenti che peggiorano le malattie anziché curarle. Su tutti questi punti stiamo dando battaglia a Bari come a Bruxelles da tempo. E le evidenze scientifiche portate oggi alla tavola rotonda ci confortano sulla bontà della strada intrapresa fin dall’inizio dell’emergenza. I relatori di oggi ci hanno detto chiaramente che contro la Xylella si possono percorrere altre strade rispetto a quello che sono stati i primi piani presentati da Ue e Italia. Non a caso, grazie alle pressioni esercitate anche da noi in questi mesi, sono stati di fatto limitati gli abbattimenti degli ulivi. Si tratta di un piccolo passo avanti, ma importante perché segna un cambio di direzione rispetto a chi voleva fare degli uliveti pugliesi un deserto. Emiliano segua questa strada.
Sempre in questi mesi – conclude D’Amato – abbiamo lavorato al Regolamento sugli Organismi nocivi delle piante (Pests of plants) che sostituisce la Direttiva 29/2000 che regola l’introduzione delle specie dannose nel territorio dell’Unione e su cui è basato a livello normativo tutto l’affaire Xylella. Grazie al nostro lavoro, abbiamo posto l’accento più sulle misure di contenimento e di prevenzione nei casi in cui l’eradicazione non è più possibile o non ha senso, aumentando anche le compensazioni per i territori colpiti e chiedendo maggiori finanziamenti per le ispezioni e per le cosiddette ‘risk based surveys’. Così facendo si riduce anche la necessità di eventuali cure che potrebbero comportare l’uso di pesticidi».