“Favorire azioni di trasferimento tecnologico e creazione di impresa innovativa”. Questa la finalità della convenzione sottoscritta ieri fra Università degli Studi di Bari, Confindustria Taranto e Finindustria in occasione del convegno sul benessere equo sostenibile (Bes), nuovo paradigma che si traduce anche in una diversa, più evoluta e innovativa forma di impresa.
Lo ha dichiarato, non a caso, proprio il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, quando ha parlato, nel corso dell’incontro – alla presenza del prof. Giovannini, già Ministro del Lavoro – della necessità che le imprese rompano gli schemi legati alle logiche del Pil e, in netta discontinuità col passato, ricalchino schemi più affini al Bes. Un paradigma che non solo disegna un nuovo modello di impresa sostenibile ma funge anche da “valutatore economico sociale” per le stesse aziende.
Per far questo, occorre sicuramente favorire quelle azioni di trasferimento tecnologico che possano incentivare la spinta delle imprese verso l’innovazione e la trasformazione, sia essa di processo o di prodotto: azioni che peraltro viaggiano contestualmente alla profonda trasformazione già in atto nel comparto industriale e che risponde al Piano Industria 4.0.
Da queste premesse è nata l’esigenza di mettere a fattor comune, attraverso un’apposita convenzione, gli strumenti, le opportunità e le potenzialità dell’Università, di Confindustria Taranto e di Finindustria finalizzandole ad una proficua interazione per la crescita innovativa delle imprese.
Ad illustrare tali finalità è stato, ieri, proprio il Magnifico Rettore Antonio Uricchio, presentando i contenuti della convenzione.
La favorevole condizione di avvio dell’intesa è data dai finanziamenti ottenuti dall’Università e dal Politecnico di Bari, (nell’ambito del Pon Ricerca e Competitività 2007-2013) sul progetto relativo al potenziamento delle strutture e delle dotazioni scientifiche e tecnologiche del Polo Scientifico Tecnologico “Magna Grecia”; attualmente, l’Università dispone infatti di laboratori di chimica ambientale; misure per l’ambiente; scienze del mare; osservazione della terra; modellistica ambientale o Open Innovation.
La convenzione appena stipulata, dando seguito peraltro a precedenti accordi di collaborazione fra le parti, (ancora oggi operativi e sempre finalizzati al trasferimento tecnologico ed alla creazione di nuove imprese), intende valorizzare le interazioni già in atto attraverso l’utilizzo delle infrastrutture tecnologiche e laboratori di ricerca dell’Università, mettendole a disposizione delle imprese impegnate in progetti di innovazione tecnologica che ne faranno richiesta.
Confindustria, dal canto suo, avrà il compito di identificare i fabbisogni di innovazione delle imprese, favorire la realizzazione di progetti innovativi e offrire, anche in coordinamento con Finindustria, l’assistenza nella richiesta di utilizzo dei laboratori tecnologici. La holding finanziaria –come ha dichiarato il presidente, Piero Chirulli – offrirà prevalentemente l’auditing tecnologico volto all’individuazione delle opportunità innovative di sviluppo aziendale; la consulenza finanziaria e progettuale e la promozione e il sostegno alla nascita di nuove imprese start up e spin off industriali e/o accademici, ad elevato contenuto tecnologico.
L’accordo, come dicevamo, si incardina perfettamente nell’impianto di Industria 4.0, che risponde ad una nuova centralità della politica industriale, tornata fra le priorità dell’agenda di Governo in virtù della nuova fase di globalizzazione e di cambiamenti tecnologici del mercato.
Una grande occasione –Industria 4.0 – per tutte le aziende che vorranno cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale, attraverso l’adozione di un insieme di misure in grado di favorirne la crescita attraverso gli investimenti per l’innovazione e per la competitività.