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«E’ notizia recente la dichiarazione dello stato d’insolvenza dell’Ilva spa di Taranto da parte dei giudici della seconda sezione civile-fallimentare del tribunale di Milano nell’ambito della procedura di amministrazione straordinaria che ha nominato come giudice delegato Caterina Macchi. Su Ilva Spa grava un debito di circa 3 miliardi verso banche, fornitori e Inps.I reali debiti a cui i magistrati, però, non hanno fatto riferimento, sono quelli molto più sostanziosi che vanno ad interessare in maniera diretta la città di Taranto e tutti i cittadini martiri involontari di questo impianto.» E’ quanto afferma un comunicato del Meetup “Taras in Movimento” di Taranto.

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«Secondo una recente stima fatta da Arpa Puglia – afferma il comunicato, servirebbero, per i danni provocati dall’inquinamento della stessa azienda, altri 4/5 miliardi per il risanamento dei terreni agricoli (contaminati dalla diossina), delle falde e del mare, oltre agli indennizzi richiesti delle parti civili nel processo “Ambiente svenduto”.

A tutto questo vanno aggiunti i quasi 2 miliardi per i lavori di adeguamento alle prescrizioni AIA, che ad oggi sono ancora ad uno stato embrionale. In Ilva in sostanza non è cambiato praticamente nulla, le emissioni nocive che hanno portato al disastro ambientale, secondo quanto affermano i custodi, non sono mai state modificate.

Con il fallimento di Ilva spa, prosegue il comunicato del Meetup “Taras in Movimento” di Taranto, molto presto dovranno essere liquidati i circa 11 mila Tfr degli operai, che verranno indennizzati, visto il fallimento, attingendo dal fondo di Garanzia INPS. Ovviamente saranno i contribuenti a pagare le conseguenza di una scellerata e non controllata gestione aziendale.

Come sempre accade, le cifre ed i numeri del Dio denaro oscurano i reali problemi di questo territorio: morti, malattie, inquinamento, disoccupazione e desolazione territoriale, dai quali la martoriata ed ammalata Taranto difficilmente si riprenderà.

Si celebrano quindi, gli ultimissimi giorni di agonia di una fabbrica ormai defunta, tenuta in vita per gli interessi di qualcuno, ben consapevole che quell’acciaieria non ha più futuro; il meet up Taras in Movimento appoggia l’interrogazione dei parlamentari a 5 stelle alla Commissione Europea, per avere delucidazioni su chi abbia di fatto concesso l’immunità ai nuovi amministratori oltre che, fra le altre cose, per fare chiarezza sulle mille ombre del decreto ‘Salva Ilva’.

Il meet up – continua il comunicato, chiede inoltre con forza la “CHIUSURA” totale dello stabilimento e l’avvio immediato dei lavori di bonifica e risanamento territoriale che garantirebbero vita e stipendi per i i lavoratori tarantini; ribadisce altresì, il concetto di riconversione Industriale, unica strada per una nuova rinascita della città.

Taranto e il suo territorio hanno una storia plurimillenaria da mostrare al mondo intero, occultata dalle scelte dissennate dei vari governi centrali e dalla scarsa valenza politica territoriale, la rivalutazione della stessa e delle sue tradizioni – conclude il comunicato del Meetup “Taras in Movimento” di Taranto – oltre alla smisurata potenzialità che offre una risorsa come il mare, darebbero alla nostra città nuova linfa vitale, ma per ottenere tutto questo ci vorrà la collaborazione di tutti: cittadini, Enti Regionali e STATO!»

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