E scattato lo scorso 26 agosto, l’obbligo di indicare sulle etichette l’origine dei derivati del pomodoro. La nuova regolamentazione è stata introdotta da un decreto interministeriale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°47 lo scorso 26 febbraio e firmato il 16 novembre 2017 dagli allora ministri dello Sviluppo economico Carlo Calenda e delle Politiche agricole Murizio Martina.
La norma, che segue il corso della legge già in vigore per riso e pasta valida fino al 31 marzo 2020, introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura di conserve e concentrato di pomodoro, sughi e salse, composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
La legge specifica che “le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicati in etichetta il nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato e il nome del Paese in cui il pomodoro è stato trasformato”. Inoltre, in merito alle fasi di lavorazione, se queste avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le diciture: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue […] se tutte le operazioni avvengono in Italia, si può utilizzare la dicitura Origine del pomodoro: Italia”. “Le indicazioni sull’origine – specifica la norma – dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed identificabili”.
Il decreto, anticipa la piena attuazione dell’articolo 26, paragrafo 3 del regolamento (UE) n°1169/2011 che prevede i casi in cui debba essere indicato il paese d’origine o il luogo di provenienza dell’ingrediente primario utilizzato nella preparazione degli alimenti, subordinandone l’applicazione all’adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione, che ad oggi non sono stati ancora emanati. Lo stesso decreto decadrà in caso di piena attuazione di tale regolamento europeo.
«Si tratta – dichiara Ludovico Vico – di un importante provvedimento che tutela consumatori e produttori di pomodori che, ricordo, vede l’Italia con 5,26milioni di tonnellate di prodotto trasformato, rappresentare il 14% della produzione mondiale e il 47% della produzione europea, con un fatturato di oltre 3miliardi di euro l’anno.
Un importante risultato voluto dal Governo Gentiloni – conclude l’esponente del PD ionico, che si concretizza oggi nella tracciabilità alimentare in favore dei consumatori e nella lotta alla contraffazione e alle importazioni illegali.»