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«I Pugliesi hanno imparato da tempo ad essere vigili sentinelle e custodi dello straordinario patrimonio e delle infinite risorse di una delle belle terre d’Italia e del Mondo.» Lo scrive in una nota il senatore Dario Stefàno.

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«Lo dimostrano – prosegue Stefàno – la determinazione nelle battaglie che riguardano l’ambiente e la salute, il loro forte desiderio di un ritorno alla “terra” e la propensione a forme di sviluppo alternative. Ma gli ultimi interventi del Governo nazionale, purtroppo, stanno tentando di annullare lo spirito e la sensibilità che qui abbiamo sempre di più maturato e manifestato nei confronti del nostro territorio e delle sue bellezze. Non posso che apprezzare  la scelta della Regione Puglia di ricorrere al Tar Lazio per fermare le trivelle nel nostro mare e non posso che ribadire la mia piena disponibilità a sostenere la battaglia per cercare un’alternativa all’approdo della Tap a San Foca. Quelle di Roma sono scelte insensate, fuori traccia, e non si può pensare di assumere decisioni sulla testa dei territori e dei cittadini quando si parla del loro futuro. Dobbiamo assolutamente impedirlo.

Il nostro compito – continua Stefàno – è essere reali custodi di un patrimonio di cui, è bene ricordarlo, non siamo i titolari. Lo abbiamo ereditato e dobbiamo difenderlo per consegnarlo ai nostri figli. Non si tratta di una battaglia ideologica ma un futuro verde è l’unico possibile. lo ha detto anche Papa Francesco in uno dei documenti più attesi, la sua Enciclica. Bergoglio è un uomo che viene dal Sud del Mondo, e del Sud conosce molto bene le condanne, le prevaricazioni subite continuamente ma anche le potenzialità, le capacità di risorgere e la voglia di riscatto.

La Puglia è considerata da tutti una terra di avanguardie, sento di volerlo ricordare al nuovo Presidente Emiliano, e proprio da qui, da Sud – conclude Stefàno – io immagino possa partire al più presto una “riscossa verde”, una nuova cultura della difesa dell’ambiente in grado di irrorare l’intero Paese con un sentimento positivo di attaccamento alla “casa comune” e di salvaguardia della bellezza della natura. Abbiamo le carte in regola per farlo e la voce di Papa Francesco ci può dare ancora più coraggio».

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