Purtroppo non è la prima volta che si parla di un ridimensionamento dell’ospedale di Grottaglie. Ma poche volte si è parlato di una sua chiusura. Una decisione che pare il presidente Emiliano abbia già preso.
Era il lontano 2001 quando su Gir Mariangela Martellotta realizzò un interessante contenuto, a carattere conoscitivo e quindi informativo, che, quasi in modo nostalgico, ricordava alla città la storia di questo importante Ente. Mai come in questo periodo questa sua ricerca diviene documento da utilizzare come sprono o stimolo verso chi non ha ancora inteso la sua importanza.
Scarsa e frammentaria è la documentazione per quanto riguarda la realizzazione dell’Ospedale San Marco, ma nessuno potrà mai negare che esso sia stato un’opera indispensabile per Grottaglie.
L’8 Aprile 1863 vi è la nomina della Congregazione della Carità che amministrò per lungo tempo l’Opera Pia San Marco di cui si hanno notizie documentate a partire dal 23 Agosto 1863, quando l’allora sindaco Giuseppe Marinaro con la sua prima sua deliberazione delibera “Perché l’Amministrazione dell’Ospedale San Marco passi alla Congregazione della Carità”.
Riunito straordinariamente il Consiglio Comunale al quale erano presenti 14 consiglieri e assenti 4, il Sindaco Marinaro ha letto il testamento del fu Arciprete Leonardo Cecere (rogato a Grottaglie il 12 Marzo 1464) con cui egli istituiva il “pio stabilimento” sotto il titolo di “Ospedale San Marco in Grottaglie”. Nel testamento in particolare c’era la ferma posizione dell’Arciprete di istituire un ospedale per infermi. Questo tipo di struttura, nel 1862, rientrava sotto la tutela e l’amministrazione della Congregazione di Carità e, a voti unanimi, venne proposta la delibera affinché il presente Ospedale venisse amministrato dalla Congregazione, togliendo l’Amministrazione comunale dall’ingerenza ecclesiastica che, ne per volontà di Cecere ne per alcun altro motivo si era ma fatta carico di amministrare l’Ospedale San Marco. Venne deliberato inoltre affinché l’allora Deputazione Provinciale provvedesse a rimettere in sesto la struttura in modo che i malati ne potessero continuare ad usufruire. Dal Novembre 1865 al Settembre del 1866 – fino a che non si insediò la nuova Giunta – non si restò indifferenti alla necessità impellente di riqualificare l’Ospedale e di intraprendere tanti altri progetti di riqualificazione pubblica necessari a Grottaglie: mancavano però i soldi!
Si continuò a discutere per la realizzazione dei canali di scolo, fra le tante questioni in sospeso, e nelle votazioni si raggiunsero i consensi per dare il via ai lavori impellenti. Poiché i possidenti maggiori delle proprietà comprese nelle aree soggette agli interventi pubblici erano gli stessi consiglieri comunali e amministratori pubblici di allora, accadeva che ci fossero dei veri e propri conflitti di interessi tra le parti. Ad esempio si ricorda la vertenza sorta fra il censuatario Nicola Giuseppe Motolese e l’Ospedale San Marco circa la proprietà del muro di divisione fra il suolo censito e il giardinetto dell’Ospedale stesso; fortunatamente prevalse il buon senso che non condannò né il Comune né l’Ospedale ad essere penalizzati. Con il trascorrere degli anni e con l’allargarsi del ceto medio, disporre di un Ospedale significava tanto sia sotto l’aspetto sanitario e sociale, era cioè anche una questione di prestigio. Non si sa bene come funzionasse in origine la struttura sanitaria dell’ex Opera Pia di San Marco gli anni precedenti a quelli della metà dell’Ottocento, né si sapeva se ci fossero suddivisioni fra i reparti o i malati fossero messi tutti assieme.
L’Opera Pia di San Marco non doveva essere né più né meno di un ricovero allora, e chi avesse memoria storica ricorderà quanto differenti fossero gli ambienti di quella struttura rispetto a quelli dei moderni ospedali. Per giungere a quello che è divenuto poi l’attuale Ospedale San Marco ci vollero ancora alcuni decenni. L’ente amministratore era la Congregazione di Carità che tirava avanti come meglio poteva, con i contributi municipali che però erano scarsi. Dato il limitato numero dei posti letto per pochissimi degenti, appartenenti a classi non agiate (i ricchi si potevano far curare in casa propria n.d.r.) molti malati che non riuscivano ad esser ricoverati morivano per mancanza di mezzi. Il sussidio per la cura venne portato da 1.000 lire a 1.500 lire affinché nulla mancasse ai degenti e si potessero curare anche i malati a domicilio.
Nessuno, né sindaco né amministratori, avevano colpa se a quel tempo le ristrettezze economiche generali colpivano tutti i settori, compreso quello della sanità. Le circostanze di degrado in cui versava l’Opera Pia Ospedale San Marco fecero propendere la Congregazione di Carità a traslocare nell’ex convento dei Paolotti – un luogo più ampio e più arieggiato – , ma quella fu solo una proposta appoggiata anche dal consigliere comunale Alfonso Pignatelli.
Pur disponendo di un ospedale che funzionava a quella maniera e con la prospettiva di trasferirsi in locali più idonei, malgrado le rigorose misure di profilassi contro il ripetersi di un’infezione colerica come si era avuta in passato, che da vicino incombeva sulla cittadinanza, non si smise mai di cautelarsi e vennero presi opportuni provvedimenti:
1) l’istituzione di un servizio di trasporto con vettura per la stazione, così da tenere sotto controllo le persone provenienti da altri paesi e presumibilmente infette
2) la riparazione della via interna Caraglio per dotarla di un canale di scolo per le acque di fogna
3) la massima severità sulla vendita delle carni macellate
Nel 1885 nonostante l’esistenza di un’Opera Pia Ospedale San Marco, la salute pubblica aveva bisogno di essere maggiormente controllata, tanto per gli infermi degenti a casa quanto per quelli che venivano ricoverati nei reparti dell’antico nosocomio.
Il medico condotto non erra mai mancato a Grottaglie, ma non ne bastava uno solo per le richieste che pervenivano, ma uno solo era ormai insufficiente per le richieste che pervenivano. La Giunta Municipale allora nominò un altro medico, il dott. Vincenzo Calò, con uno stipendio annuo di 1.200 lire, affinché assumesse temporaneamente il servizio sanitario per i soli poveri.
Solo dal 1929 si cominciò a dotare il paese dei servizi più essenziali, realizzando opere di una certa consistenza e pubblica utilità. Dopo accordi intercorsi col Pretore e la Procura di Taranto, indispensabili ormai altri ambienti per l’ufficio di Conciliazione e spazio e vani igienicamente più adatti agli studenti, essendo l’ex convento del Carmine stipato all’inverosimile. Adatto allo scopo il primo piano del fabbricato dell’Opera Pia San Marco. La parte superiore, valutata in 54.000 lire, aveva l’accesso sulla piazzetta in Via Vittorio Emanuele II e si componeva di dieci stanze, tra grandi e piccole, di una terrazza e una cucina. Qualche mese dopo, un più attento esame della situazione, fece riconsiderare tutto: il fabbricato dell’ospedale non avrebbe infatti soddisfatto le esigenze dell’ufficio, illuminato da luci artificiali e senza affacci all’aperto, e senza ingresso indipendente; tenendo poi presente il costo delle spese contrattuali e di sistemazione, veniva superata la somma di 80.000 lire, sufficiente ad avere ex-novo una maggiore ricettività con tutti i requisiti necessari. Prescelto quindi il punto più alto dell’abitato di allora, ove far sorgere la nuova costruzione ed espletate le pratiche col proprietario per fissarne il prezzo, non venne più dato corso all’acquisto del primo piano dell’Opera Pia San Marco, revocando e rendendo “di niuno effetto le relative delibere precedenti”.
Il carteggio per la realizzazione del nuovo ospedale prende a datare dal dicembre 1955: viene indirizzata la richiesta per la nuova “Costruzione di Ospedale tipo”, sia al Ministero del LLPP Divisione Generale Urbanistica e Opere Igieniche che per conoscenza al Provveditore Regionale alle Opere Pubbliche di Bari. Nella richiesta si leggeva che per la progettazione degli ospedali tipo di 69 posti-letto ciascuno, bisognava procedere alla scelta del tecnico e segnalarne il nominativo. Considerato che l’edificio sarebbe costato 103 milioni di lire, il Ministero consentiva che si potesse fruire di un contributo statale. Ottemperato a quanto richiesto per la parte burocratica, il 20 Ottobre 1956, il Professor Architetto Pasquale Carbonara assicurava il Senatore Pignatelli di essere sul punto di finire il progetto da presentare all’approvazione entro il Novembre dello stesso anno. Non restava quindi che reperire i fondi per le necessarie sovrastrutture e le complesse e costosissime attrezzature igienico-sanitarie dei vari reparti. Un fitto elenco di contribuenti di diversi ceti di persone grottagliesi dalle famiglie più cospicue, presenti con offerte considerevoli, ai più umili, con somme anche modeste, i cui nomi resteranno impressi “in libro vitae”.
Il 13 gennaio 1957 il consiglio comunale concesse con 17 voti favorevoli e 10 contrari il decentramento dell’Opera Pia San Marco. Fu Giuseppe Pignatelli che convinse l’assise a votare a favore, in considerazione che dal 1464, ed in esecuzione al testamento dell’Arciprete Don Leonardo Cecere, venne costituita a Grottaglie un’Opera Pia che “erroneamente” e per effetto della legge 847 del 1937, venne accentrata all’ECA che poi ne favorì il decentramento.
Analizzare oggi la storia dell’Ospedale San Marco non è facile ed anche difficile esaminare le strutture architettoniche sulle quali si investirono moltissimi soldi. Giuseppe Pignatelli, dopo essere riuscito ad ottenere il decentramento della struttura ospedaliera, ottenne, dall’allora Presidente della Repubblica Gronchi e dalla Prefettura di Taranto i vari decreti, non solo di approvazione del decentramento ma anche la nomina di Commissario Prefettizio del nuovo ente Opera Pia San Marco di Grottaglie.
Delibera n.270 del 13.01.1957
Il Sindaco-Presidente riferisce quanto segue:
a seguito di richiesta di questo ECA la Giunta Municipale nella seduta del 22.12 u.s. deliberò di esprimere, salvo ratifica da parte del Consiglio Comunale, parere favorevole sulla del. n. 45 dell’ECA stesso, in data 10.11.1956, relativa al decentramento con Amministrazione autonoma dell’Ospedale San Marco, nonché sul relativo schema di statuto del nuovo Ente […]. In considerazione che sin dal 1464, ed in esecuzione al testamento dell’Arciprete don Leonardo Cecere fu costituita in questo Comune l’Opera Pia San Marco che, erroneamente, per effetto della legge 847/37 venne accentrata all’ECA[…]. Chiusa la discussione il Sindaco-Presidente sottopone alla ratifica del Consiglio la deliberazione n.270 della Giunta Municipale in data 22.12.1956 relativa all’oggetto.
Le foto storiche sono tratte dalla pubblicazione della Banca Popolare Jonica, STEA – GALLETTO