Venerdì 13 le aziende di Taranto saranno di nuovo a Roma, per choedere al Governo risposte certe e soddisfacenti alla crisi dell’Ilva, che ha messo in ginocchio centinaia di aziende e migliaia di dipendenti dell’indotto Ilva.
C’è poco da essere scaramantici, non sarà certo un giorno ritenuto infausto da qualcuno a fermare la protesta di chi è oramai ad un passo dalla disperazione e vede crollare i frutti del lavoro di una vita.
Alla testa della delegazione tarantina dovrebbe essere ancora Vincenzo Cesareo, presidente di Confindustria Taranto, che in occasione sit in degli autotrasportatori sotto la sede del Municipio di Taranto ha invitato il sindaco, Ippazio Stefàno, a farsi interprete con maggiore veemenza delle esigenze del mondo del lavoro ionico.
«Lungi dal voler assumere atteggiamenti arroganti o mafiosi – ha aggiunto Cesareo – diciamo che non possiamo più sostenere ulteriormente la responsabilità di tenere in piedi questo impianto, dopo aver lavorato per due anni per lo Stato italiano.
Siamo convinti anche noi che le istituzioni sono degne di rispetto, ma non intendiamo più essere calpestati in questa maniera. Abbiamo delle famiglie a cui dare conto».