“Mentre un ministro getta nel caos la politica italiana, l’agricoltura muore”. Sono parole dure e nette quelle di Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, sul momento del comparto primario in relazione alla nuova fase di incertezza aperta dalla crisi di governo.
“Per qualcuno, evidentemente, i sondaggi sono più importanti del destino di migliaia di imprese agricole, lavoratori e famiglie che nel 2019, tra Xylella e calamità di ogni tipo, hanno vissuto finora una delle peggiori stagioni degli ultimi 10 anni. Che fine hanno fatto i 300 milioni che, dopo una lotta durissima da parte dei gilet arancioni, eravamo finalmente riusciti a ottenere per il contrasto alla Xylella, i reimpianti e gli aiuti alle imprese? Ecco, questa è una delle nostre priorità, non i sondaggi e tantomeno un’altra lunga campagna elettorale”, ha aggiunto Carrabba.
IL LAVORO E LA MANOVRA ECONOMICA.
“A settembre, c’era una manovra economica da discutere e da concertare con le forze sociali e datoriali. Ora il calendario è stato azzerato. Abbiamo avanzato delle proposte precise. Il quadro normativo attuale non aiuta le imprese: non c’è nessun sostegno all’incontro tra domanda e offerta di lavoro stagionale; gli imprenditori agricoli non sono messi nelle condizioni di poter fare un ‘piano assunzioni’ basato sulle reali esigenze dei cicli colturali e sulla variabilità dell’andamento dei raccolti; il costo del lavoro è fra i più alti d’Europa, con un carico eccessivo di oneri fiscali. Ecco, ora, se tutto va bene, di questo si parlerà dopo le elezioni, in piena emergenza spread, con la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva e delle possibili sanzioni da parte dell’Europa. Era necessario gettare nel caos il Paese? A chi giova questa situazione? Agli agricoltori della Puglia no di certo, ma il sospetto è che degli agricoltori e della Puglia importi davvero poco a chi ha azzerato tutto, forse sono ritenute più importanti le autonomie differenziate di Veneto e Lombardia”, ha detto il presidente regionale di CIA Puglia.
LE CALAMITA’. Il 2019 è stato costellato da una lunga serie di eventi calamitosi. Gelate, grandine, bombe d’acqua e trombe d’aria hanno spazzato via intere coltivazioni, con danni molto seri anche a macchine, attrezzature e strutture agricole. Una situazione che attendeva di essere affrontata con interventi e aiuti capaci di porre rimedio, almeno in parte, ai danni subiti. “Anche in questo caso, così come sulla nostra proposta di adeguare il sistema delle assicurazioni alle esigenze di chi è sempre più esposto agli eventi climatici estremi, dal Ministero dell’Agricoltura ci avevano assicurato che le questioni presto sarebbero state affrontate. Ora dovremo aspettare. La priorità sono le elezioni, non i problemi degli agricoltori”.
LA CRISI DEI PREZZI. Alcuni agricoltori, soprattutto nei settori agrumicolo e ortofrutticolo, nelle scorse settimane hanno lasciato sulle piante le loro coltivazioni: quello che avrebbero ricavato mettendo in vendita i prodotti non avrebbe nemmeno coperto le spese per la raccolta. “A parole, tutti sono per il prodotto italiano e contro i fantomatici ‘poteri forti’: in realtà, le importazioni continuano in modo massiccio e resta tuttora non affrontato il problema della parte industriale e della GDO che agli agricoltori corrispondono prezzi da fame”, ha spiegato Carrabba. “A proposito di ‘sovranismo’, abbiamo denunciato la questione delle royalties, un sistema attraverso il quale le multinazionali si stanno prendendo con la forza la nostra agricoltura. La domanda è: interessano ancora a qualcuno le condizioni reali di chi lavora, dà lavoro e si spacca la schiena o sono più importanti i sondaggi?”, ha concluso Carrabba.