I Sindacati Felsa Cisl e Fivag Cisl rivolgono un appello ai media sulla chiusura del mercato settimanale di Grottaglie in quanto giudicano, si legge, “alquanto singolare ed eccessiva la sospensione del mercato settimanale di Grottaglie, deliberata per le scorse giornate di giovedì 19 e 26 novembre” e considerano, tale scelta, oltremodo “penalizzante per la categoria dei lavoratori del commercio su aree pubbliche, sui quali si fa impropriamente ricadere ciò che lo stesso Sindaco ha definito mancato senso di responsabilità dei cittadini in presenza di contagi da Covid-19 rilevati sul territorio comunale”.
“Siamo stati in prima linea, fin dall’inizio della pandemia, nel raccomandare piena responsabilità, non solo ai propri Operatori, agli associati di tutti i settori produttivi che ne hanno colto il senso e l’impegno ma anche a tutti i cittadini in generale, perciò scaricare responsabilità improprie su una categoria di lavoratori già penalizzati economicamente è inaccettabile, perché assunta con decisione unilaterale dal Sindaco che ha, oltretutto, rifiutato un dialogo sociale preventivo.”
Scrivono nel comunicato le due sigle sindacali.
Nel caso specifico del mercato settimanale di Grottaglie “appena un anno fa esso è stato rivoluzionato, le strade sono molto larghe e non esisterebbe, al netto dell’irresponsabilità di qualcuno, il pericolo di assembramenti, con presenza da noi più volte auspicata della Polizia municipale. Chi se ne rende colpevole e più che mai chi ritiene di assumere decisioni semplicistiche, sembra ignorare che i lavoratori pugliesi del commercio su area pubblica non hanno alcun altro mezzo di sostentamento economico delle rispettive famiglie, né ristori pubblici a causa delle misure restrittive contenute nei DPCM.”
Sospendere i mercati settimanali, concludono Berrettini e Castellano “vuol dire privare i cittadini di un’offerta commerciale molto ampia ed a prezzi calmierati e mettere a durissima prova una categoria che investe acquistando merce in anticipo con l’aggravante di non poterla pagare se rimane invenduta nella stagione in corso e, ancor peggio, se l’attività viene inopinatamente vietata.”