“Siamo qui non per fare polemiche o parlare di responsabilità; in questo momento è necessario affrontare insieme le gravi criticità che riguardano la SS. 172 e l’ospedale per trovare le migliori soluzioni“. Con questo incipit il coordinatore cittadino dei Conservatori e Riformisti di Martina Franca, Giovanni Basta, ha introdotto la programmata conferenza stampa che, come ha sottolineato più volte l’on.le Gianfranco Chiarelli aveva lo scopo di fare chiarezza ed evitare che si possa continuare ad “inquinare la verità“. Presenti i consiglieri comunali Antonio Fumarola e Piero Bello, ad introdurre l’argomento ospedale il consigliere regionale Renato Perrini, che ha seguito in prima persona la vicenda.
“Mi identifico come consigliere regionale che rappresenta l’intera area ionica”, comincia così il suo intervento, “e’ una precisazione importante e necessaria per sgombrare il campo da tutta una serie di illazioni, sospetti, accuse di difendere qualcuno a scapito di altri. Tutto il mio operato fino ad oggi ha riguardato problematiche che attengono Castellaneta quanto Manduria, Grottaglie, Martina Franca e così via. Dunque respingo al mittente ogni accusa di aver lavorato per favorire Castellaneta ai danni di Martina Franca piuttosto che Manduria. Del tutto fantasiose poi le ipotesi di complotti per danneggiare Martina Franca in funzione di accordi politici.” Perrini spiega poi come nasce il piano di riordino della rete ospedaliera: “ Fino alla mattina di lunedì 29 febbraio il piano di riordino e’ stato chiuso in un cassetto la cui chiave era nelle mani del solo Emiliano. Sia chiaro: nessuno, e quindi neppure gli appartenenti alla maggioranza ne conoscevano i contenuti. La prova e’ data proprio dalle reazioni che sono venute da tanti esponenti del centro sinistra. Il titolo di un articolo di un quotidiano locale di giorno 1 marzo e’ chiaro a tal proposito: Minervini: scelte fatte in solitudine. Ma tanti altri autorevoli rappresentanti di partiti del centro sinistra hanno reagito segnalando di ignorare del tutto il piano. Noi, peraltro alla opposizione, siamo stati tenuti all’oscuro di tutto. Per quanto attiene alla difesa del territorio la mia azione ha riguardato tutte le realtà interessate. Ho partecipato a riunioni a Grottaglie, Castellaneta, Manduria. Sono stato ovunque sia stata richiesta la mia presenza. A Martina ciò non è avvenuto perché l’amministrazione ha ritenuto di essere autosufficiente. Ne è prova che il primo coinvolgimento degli altri sindaci del circondario è avvenuto solo il giorno successivo alla pubblicazione della delibera regionale.“
Al netto di ciò che il piano ha definito in termini di classificazione delle strutture ospedaliere Perrini propone un ragionamento più ampio: “Ho sempre sostenuto e continuerò a farlo che Taranto richieda una attenzione diversa a causa della straordinaria criticità della situazione ambientale e sanitaria; ho sempre detto che non si può continuare a chiedere sacrifici ai tarantini e che è arrivato il momento di compensare i tanti danni subiti negli anni. Per questo ritengo che si debbano unire le forze, e per questo sono pienamente disponibile, perché si porti avanti una battaglia senza bandiere per Taranto e la sua provincia“.
Sempre sulla questione ospedale l’on.le Chiarelli si è soffermato su due aspetti: da un lato un preciso atto di accusa nei confronti del governatore Emiliano “e’ venuto a Martina Franca a prendere oltre 11.000 voti, ora prende in giro tutti scaricando le responsabilità sul governo centrale” . Il riferimento è a una dichiarazione comparsa oggi sulla stampa con cui Emiliano passa la palla al ministero della salute. Ma per Chiarelli “Il ministero valuta solo la compatibilità finanziaria del piano, null’altro. Non inquiniamo la verità!” Per il parlamentare l’ospedale di Martina, che nel tempo è stato notevolmente migliorato dal punto di vista della struttura, grazie al riconosciuto lavoro di Donato Pentassuglia, ha tutti i requisiti per essere classificato di primo livello. Oggi, delibera alla mano, il nosocomio martinese resta ospedale di base. Il resto è solo un arrampicarsi sugli specchi. Un ipotetico aumento di posti letto legato al raggiungimento di alcune condizioni, come il raddoppio delle nascite, è solo illusione. Per altro verso Chiarelli risponde alle accuse di scarso interesse mostrando un ampia raccolta di ritagli di giornale, lettere, comunicati che, dal 2012 ad oggi, testimoniano come da parte sua, ma anche di tutto il centro destra martinese, ci sia sempre stato il tentativo di avviare un dialogo con la amministrazione Ancona per affrontare insieme la questione ospedale, così come altre importanti problematiche.
Risale al 10 agosto 2012 una prima lettera al sindaco Ancona: “Alla luce di quanto sopra ritengo necessario ed urgente un incontro per definire possibili strategie comuni, da sostenere in sede regionale, rispetto alla grave emergenza che riguarda il futuro del nostro ospedale. Sind’ora garantisco il massimo impegno personale, nel ruolo istituzionale di consigliere regionale, e quale esponente politico, al di là di ogni possibile distinguo di parte, nel comune interesse a salvaguardare gli irrinunciabili diritti dei cittadini martinesi.” Poi tante iniziative, assemblee, altre lettere; nel 2013 una interrogazione parlamentare, con la quale si chiede di modificare il criterio di valutazione utilizzato per classificare la rete ospedaliera: “……se ritiene che il criterio meramente numerico-quantitativo che viene ipotizzato non debba essere sostituito da una più puntuale analisi delle diverse specificità territoriali.”
Nessuna sollecitazione delle opposizioni, secondo Chiarelli, è stata mai presa in considerazione dalla amministrazione locale. Sul piano delle soluzioni due ipotesi di lavoro: “Oggi è necessario lavorare tutti insieme per ottenere ciò che spetta a Martina Franca. Un primo momento è quello della discussione in terza commissione in regione. Perrini nella sua veste di consigliere regionale sicuramente sarà in prima fila, insieme a Pentassuglia, per tutelare il nostro ospedale. Ma c’è un’altra strada che sento di suggerire, quella di un ricorso al TAR. Ritengo ci siano tutte le condizioni per richiedere l’annullamento della delibera con cui si vara il piano di riordino.”
Dall’ospedale alla vicenda depuratore. “Qui siamo già in ambito giudiziario purtroppo; il riesame ha confermato il sequestro della SS. 172. Un eventuale ricorso in Cassazione richiede tempi non brevi e siamo ormai vicini a Pasqua. Il rischio è che la strada resti chiusa anche quest’estate. I danni sono incalcolabili.” Poi un documento che prova come Ancona conoscesse molto bene la problematica depuratore:“Risale al 15 febbraio del 2015 una interpellanza al sindaco da parte dei nostri consiglieri comunali con cui si denunciava lo stato di grande rischio e si chiedeva una discussione in aula. Discussione avvenuta in data 20 febbraio 2015, presenti 7 consiglieri su 24!; discussione che non ha condotto ad alcuna assunzione di iniziativa da parte della amministrazione.
E i risultati sono quelli che oggi tutti conosciamo e paghiamo ingiustamente. Qualcuno allora ci definì sciacalli, la cronaca di questi giorni ripristina la verità dei fatti“