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Attenzione ai foreign fighter. E ai lupi solitari. Sono queste le minacce più preoccupanti sul fronte del terrorismo e dell’estremismo violento secondo il ministro dell’Interno Marco Minniti, a Toronto il 23 e 24 aprile scorsi per il G7 dei ministri degli esteri e dell’Interno. Senza sottovalutare la minaccia via web, che può essere usato in modo distorto sul piano della radicalizzazione, del reclutamento, dell’emulazione.

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Se contro il pericolo del ritorno dei foreighn fighter è fondamentale da un lato la cooperazione tra i Paesi presenti nel teatro di guerra – «in questo caso è molto importante Raqqa» – ha detto il ministro, l’aspetto più rischioso è quello del loro ritorno a casa, potendo utilizzare «le rotte del traffico di esseri umani». Questo impatta, ha proseguito Minniti, «sull’Africa e riguarda i confini sub-sahariano e meridionale della Libia».

«Cruciale», uscendo dallo scenario del teatro militare, è poi la collaborazione «sempre più forte con i grandi provider», ha sottolineato, augurandosi grazie all’incontro con le big company a Toronto – presenti alla riunione dei ministri della sicurezza Google, Facebook, Twitter e Microsoft – la possibilità di fare «quel secondo passo dopo Ischia di cui c’è particolarmente bisogno».

Il ministro, che ha anche espresso al Canada e alla città di Toronto, a nome dell’Italia, le condoglianze per le vittime dell’attentato di martedì, ha parlato inoltre del pericolo «lupi solitari». Contro il rischio di radicalizzazione degli individui «è molto importante il ruolo delle donne, delle donne musulmane», ha evidenziato Minniti ricordando l’esperienza del Patto con l’islam italiano, che ha tra i punti cardine proprio «l’impegno comune contro la radicalizzazione».

Il meeting si è chiuso con una dichiarazione congiunta in apertura della quale il Canada e i partner del G7 di Toronto riconoscono l’importanza di lavorare insieme per costruire un mondo più pacifico, prospero e sostenibile. I ministri partecipanti hanno ribadito con la dichiarazione la loro fiducia in economie, società e governi “open”, che abbiano tra i loro valori l’inclusione, il rispetto per le differenze e i diritti umani e la crescita per tutti.

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