«Una polemica spropositata si sta registrando attorno all’atto di indirizzo della Regione Puglia con cui si dispone la costituzione di un’unità di missione di affiancare l’attività commerciale a quella industriale dello scalo di Grottaglie.» Lo si legge in una nota di Confindustria Taranto.
«Di fatto – prosegue la nota dell’associazione datoriale ionica, si tratta di un provvedimento che, malgrado le proteste sembrino suggerire il contrario, non va a stravolgere nessun particolare assetto precostituito, configurandosi invece come l’apertura ad una possibilità ancora tutta da verificare, in termini di mercato e quindi di reali opportunità.
Vero è, invece, che l’aeroporto di Grottaglie, la cui vocazione è prevalentemente ma non esclusivamente industriale, si presenta a tutt’oggi -malgrado la buona posizione logistica ed una delle piste più lunghe d’Italia- come sottoutilizzato anche sul piano industriale, quindi sostanzialmente inespresso nelle sue molteplici possibilità.
Dal nostro punto di vista, vorremmo che tali potenzialità fossero invece esplicitate al meglio: la vocazione industriale, peraltro, andrebbe a incontrare mirabilmente quelle esigenze di infrastrutturazione discusse proprio ieri nella prima riunione del Gruppo di Lavoro per la Zes, ovvero la necessità di spingere l’acceleratore su quella intermodalità Porto-Aeroporto da sempre invocata.
Non sussiste, pertanto – secondo Confindustria – la necessità assoluta di giungere alla definizione – a tutti i costi – di scalo commerciale: Brindisi assolve oggi per gran parte alle esigenze dell’utenza tarantina. Esiste però la possibilità che il “Marcello Arlotta” – anche aprendo a manifestazioni di interesse da parte delle varie compagnie aeree – possa definire una volta per tutte la sua identità attraverso un iter serio e strutturato, e questo non può che trovarci concordi.
Le polemiche che si registrano da parte dei parlamentari leccesi e brindisini, pertanto, non possono dirsi condivisibili se si estende lo sguardo al generale riuscendo a parlare in termini di sistema Aeroportuale e non di singoli hub al servizio dei territori di riferimento: un Sistema Puglia che andrebbe ad incrementare il suo peso nello scacchiere dei voli nazionale consentendo inoltre anche agli altri aeroporti di arricchire, anziché depauperare, la loro offerta. Un quarto aeroporto andrebbe visto pertanto, sia pure in prospettiva, in termini di hub inserito in un network di rotte diversificate e quindi maggiormente appetibili da parte di un’utenza posta di fronte a diverse opzioni, in un mercato finalmente aperto e competitivo.
Bene ha fatto quindi l’assessore Mazzarano – ingiustamente attaccato – a portare avanti un’istanza che non soltanto non toglie nessuna risorsa agli altri scali – godendo infatti di risorse aggiuntive- ma che mira alla crescita di tutto il territorio regionale e non già all’interesse di una singola area.
Ci piacerebbe, infine – conclude la nota di Confindustria Taranto, che sull’argomento ci fosse un confronto aperto con gli amici salentini per poter realmente guardare, al di là delle singole posizioni campanilistiche, ad un progetto comune e non divisivo.