Il Presidente ed il Direttore di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo e Francesco Murgino, hanno incontrato i componenti della X Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, nel corso di un’apposita audizione tenuta in Prefettura.
A renderlo noto la stessa associazione datoriale, evidenziando che: “è stata richiesta l’istituzione di un tavolo nazionale in cui individuare ogni possibile soluzione per dirimere la complessa situazione delle aziende dell’indotto.
Alla commissione è stata resa nota infatti la situazione di estrema difficoltà in cui versano queste aziende, già in gravissima crisi di liquidità a seguito dei crediti pregressi confluiti nello stato passivo dell’Ilva (150 milioni complessivi) e tuttora alle prese con nuovi ritardi, sempre più evidenti, nei pagamenti del corrente, che la gestione commissariale dell’Ilva, nonostante gli sforzi in tal senso profusi, non riuscirebbe ad assicurare, a sua volta, per carenza di risorse.
Al momento – rimarca la nota di Confindustria Taranto, è significativo l’arretrato accumulato dall’Ilva nei confronti di queste imprese, già come dicevamo, sfiancate da un lungo periodo, risalente oramai a due anni fa, in cui, pur continuando ad assicurare la tenuta della grande fabbrica attraverso la continuità del lavoro loro commissionato, non hanno mai goduto della piena corresponsione dei loro crediti pregressi. Al momento questi crediti, insinuati nel passivo, non sarebbero neanche stati considerati prededucibili (una sorta di condizione di maggior privilegio rispetto ai cosiddetti chirografari) così come si pensava – in presenza di una specifica normativa- dovesse avvenire.
Infatti, come molti ricorderanno, sono stati vanificati gli enormi sforzi di Confindustria per ottenere l’inserimento nel Dl 1/2015 (convertito con l. 20/2015) di quella norma che ammette in prededuzione i crediti relativi ai lavori Aia e, per le Pmi, quelli relativi alla prestazioni necessarie al risanamento ambientale, alla sicurezza ed alla continuità dell’attività degli impianti produttivi essenziali. Requisiti, questi ultimi, di cui le aziende interessate risultano in possesso ma che non hanno consentito loro, finora, di fruire di alcun tipo di “corsia preferenziale” nel pagamento di quanto loro spettante.
Da parte di Confindustria, che sulla questione ha investito Confindustria nazionale e che da tempo si batte per avere ragione di una situazione sempre più paradossale su diversi fronti, sono state prospettate alla Commissione Industria del Senato tutte le fasi che hanno finora caratterizzato la vicenda – peraltro assurta alla ribalta nazionale anche per le diverse clamorose iniziative avviate dentro e fuori il territorio – e sono state illustrate le diverse proposte che, a vari livelli, la locale Confindustria ha avanzato per tirare fuori da un sicuro default questa consistente e importante fetta del tessuto imprenditoriale jonico.
Ora queste proposte, unitamente ad eventuali azioni o misure che dovessero arrivare da parte del Governo o dalla stessa Confindustria nazionale, dovranno confluire – è stata questa la richiesta – in un tavolo appositamente creato per far fronte alla complessa questione.
Un tavolo – conclude la nota di Confindustria Taranto – in cui discutere tutte le soluzioni possibili per restituire alle aziende dell’indotto le garanzie basilari- e quindi le risorse necessarie – affinché possano proseguire nel loro lavoro con la dignità, le certezze e la serenità loro dovute dopo anni di enormi difficoltà, di ingiustizie subite e di danni mai sanati.”