Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 aprile, è entrato subito in vigore il nuovo Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
Si è trattato di una vera e propria corsa contro il tempo, poiché le tre direttive europee (del 2014) sull’argomento ne imponevano l’attuazione, da parte degli Stati dell’Unione, entro due anni dalla loro emanazione. Vanno così in pensione il vecchio Codice del 2006 e il suo Regolamento di attuazione del 2010, lasciando spazio a un unico testo di 220 articoli e 25 allegati.
«In realtà – spiega Domenico D’Amico, presidente provinciale di Confartigianato Taranto – per alcune parti sarà necessario attendere i decreti attuativi del Ministero e le linee guida dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) che saranno approvati nei prossimi mesi. È quindi previsto, così come richiesto anche dal Consiglio di Stato oltre che dagli operatori economici, un periodo di transizione per evitare il rischio di un blocco delle gare pubbliche.
In questi ultimi mesi, Confartigianato è intervenuta in tutte le sedi istituzionali e in ogni fase dell’elaborazione della riforma del Codice per far sì che il testo riportasse i principi indicati dalle direttive comunitarie volte a favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese al mercato degli appalti pubblici, e in particolare, la suddivisione in lotti prestazionali; tra le altre richieste, l’obbligo da parte della stazione appaltante del pagamento diretto delle microimprese subappaltatrici; la possibilità di affidamento mediante procedure negoziate fino a un milione di euro; l’inserimento del CEL (Certificato Esecuzione Lavori) per chi esegue i lavori; l’anticipazione del prezzo pari al 20%, pur subordinata a una fideiussione.
Non è facile – aggiunge D’Amico – esprimere un giudizio sul nuovo Codice, innanzitutto perché solo uno studio approfondito dell’impianto normativo ci dirà se lo spirito delle direttive europee è stato veramente colto dal legislatore, ma soprattutto perché mancano importanti tasselli che solo l’ANAC riuscirà a fornirci. Fino a quel momento, possiamo parlare di un Decreto con più di qualche zona d’ombra e che accoglie solo in parte le aspettative delle Pmi. Perciò occorre ancora tenere alta la guardia e insistere perché venga creato un meccanismo che garantisca alle piccole imprese la reale possibilità di prendere agevolmente parte alle gare”. Nulla di strano o eccezionale, visto che negli Stati Uniti è una prassi consolidata e che l’Europa non vieta. E soprattutto ci auguriamo che il Governo dia un segnale chiaro di attenzione alle piccole imprese, presentando finalmente alle Camere, il disegno di legge per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, previsto dallo Statuto delle imprese.
Inoltre Confartigianato Imprese Taranto si augura, e vigilerà attentamente sull’operato delle stazioni appaltanti attive sul territorio, che le nuove regole producano lavoro dignitoso anche per le piccole imprese locali, e di lavoro ce ne sarà tanto da appaltare nel prossimo futuro.»