«Dopo l’Ordine dei Medici, anche l’Asl Taranto certifica che l’agricoltura tarantina è perfettamente nella norma: i nostri alimenti e, aggiungo, i nostri agricoltori sono “puliti”».
Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, ora può tirare un sospiro di sollievo: «Non c’erano evidenze e studi scientifici – sottolinea – per sostenere la tesi, un po’ avventata, che l’uso di fitofarmaci provocasse l’aumento di tumori nel sangue dei tarantini e l’Ordine dei Medici di Taranto ha fatto benissimo ad intervenire per smorzare e smontare certi allarmismi ingiustificati. Ma siccome noi agricoltori siamo abituati a ragionare sui fatti e non sulle suggestioni, abbiamo chiesto un chiarimento all’Asl di Taranto proprio sui dati epidemiologici connessi all’uso di fitofarmaci. E la risposta, contenuta nella relazione del Dipartimento di Prevenzione, non lascia alcun dubbio: “i risultati delle analisi sulle matrici campionate negli ultimi 5 anni non hanno rilevato alcun superamento dei valori previsti dalla legge”.
Nello specifico – spiega Lazzàro, lo studio del Sian di Taranto – Servizio d’Igiene degli Alimenti e della Nutrizione – evidenzia innanzitutto che l’Asl “esegue correttamente tutti gli adempimenti previsti dalla normativa europea, italiana e regionale”, con una priorità assoluta rispetto al controllo dei residui di prodotti fitosanitari in alimenti: negli ultimi 5 anni, su 765 campioni di prodotti vegetali analizzati (139 di provenienza extraregionale, 626 di origine regionale e locale), gli esiti sono stati sempre negativi. Verifiche e controlli che rappresentano il massimo momento di prevenzione collettiva e sono dettati dal dover assicurare la salubrità di prodotti agroalimentari largamente usati nella nostra Dieta mediterranea che, lo ricordo, è Patrimonio immateriale dell’Umanità e punto di forza del nostro export, con un’agricoltura che è sempre più asse portante del cambio di marcia di cui ha bisogno Taranto.
I controlli del Sian, però, non si fermano qui. Infatti, rientrano nelle attività di vigilanza (in coordinamento con Spesal e Uffici Agrari provinciali) anche “i controlli, la sorveglianza e i pareri su commercio, deposito, vendita e utilizzo di prodotti fitosanitari”, oltre alla formazione specifica per i rivenditori (77 operatori formati e abilitati) e gli utilizzatori (4424 operatori abilitati). E il lavoro d’ispezione del Sian si spinge anche oltre, sino ai controlli sulle matrici alimentari per verificare la presenza di Ogm, di radiazioni ionizzanti e contaminanti radioattivi, compreso il piano straordinario di controllo sulle diossine: “Tutti i campioni – si legge nella relazione Sian – sono risultati ampiamente nei parametri di norma”. Il sistema Asl di controllo, commercializzazione e impiego di pesticidi è stato anche valutato conforme alle norme Ue dal Food and Veterinary office della Commissione Europea, durante la missione in Italia del 2012.
La nostra agricoltura – ribadisce Lazzàro – non è solo ipercontrollata e sicura, ma è ormai da tempo impegnata sul versante della sostenibilità ambientale, soprattutto in un’area come quella di Taranto, devastata e violentata per decenni. Basti dare un’occhiata ad esempio, ai dati Istat sull’uso di fertilizzanti e fitosanitari nell’agricoltura italiana: i primi sono diminuiti del 23,8% nel periodo 2002-2013, i secondi del 29,2. Anche in agricoltura biologica, tra il 2012 e il 2013, l’uso di principi attivi è crollato addirittura del 23%. Taranto non fa eccezione ed è parte di un Mezzogiorno – e lo certifica sempre l’Istat – che fa molto meno uso di fitosanitari rispetto al Nord: 53,1% contro il 34,6.
Insomma, conclude il presidente Lazzàro – se proprio si vuol parlare di agricoltura, salute e ambiente bisognerebbe aggiornarsi e raccontare la realtà odierna, proiettata nel futuro, e non il passato remoto che appartiene ad altri. Del resto, parlare in modo avventato creando falsi allarmi e, soprattutto, senza sentire chi di agricoltura ci vive ogni giorno, può solo provocare danni, non solo d’immagine: e a Taranto succede anche questo. Spesso».