Più denunce, una maggiore prevenzione concordata attraverso un tavolo tecnico e l’impegno a rivedersi ad ottobre per mantenere alta l’attenzione: è questa la strategia disegnata stamane dal prefetto, Umberto Guidato, per stoppare l’escalation di atti criminali ai danni delle aziende agricole del Tarantino.
Al termine della riunione del Comitato provinciale Ordine e Sicurezza pubblica, tenutasi proprio su richiesta di Confagricoltura Taranto, il commento del presidente Luca Lazzàro: «Le nostre aziende agricole stanno subendo un vero e proprio attacco ma ora siamo certi che le Forze dell’Ordine daranno una risposta forte e congiunta in termini di repressione e, soprattutto, di prevenzione e sorveglianza delle campagne. Il modello Grottaglie ha già funzionato, va riproposto: la forte presenza dello Stato è stata una risposta importante e risolutiva, bloccando il fenomeno alla radice».
Le parole di Lazzàro rappresentano il segnale deciso lanciato dalle Istituzioni per arginare il fenomeno criminale che negli ultimi giorni ha colpito duramente la provincia di Taranto: prima il danneggiamento subito dalle vigne di Primitivo di Bruno Vespa a Lizzano, poi i casi di tendoni d’uva da tavola abbattuti a Castellaneta e a Palagiano. «Vino Primitivo e uva da tavola – commenta ancora il presidente di Confagricoltura Taranto – fanno gola alla criminalità. È da giugno, quando si sono verificati 38 casi nella sola zona di Grottaglie, che stiamo lottando contro chi vuole taglieggiare le nostre aziende».
Alla riunione, convocata dal prefetto Umberto Guidato, hanno partecipato i vertici delle Forze dell’Ordine, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, le organizzazioni di categoria, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, i sindaci (o vicesindaci) di diversi Comuni: Taranto, Castellaneta, Massafra, Faggiano, Ginosa, Grottaglie, Palagianello, Laterza, Mottola, Lizzano, Manduria e Sava, più i commissari straordinari di Martina Franca e Palagiano.
Episodi, minacce, richieste estorsive, timori e possibili contromosse sono stati analizzati e discussi nei diversi interventi. «Lo Stato – continua Lazzàro – siamo tutti noi insieme, il prefetto, le associazioni di categoria e i sindaci e dobbiamo stare dalla parte del bene, che è la nostra agricoltura, l’economia sana di questo territorio che va tutelata in ogni modo. Per questo la comunità deve far sentire la propria vicinanza a questo settore. Sappiamo che i mezzi sono limitati, ma credo si possa coinvolgere anche le Forze Armate, attrezzate per intervenire nelle campagne. Sappiamo anche che le stazioni dei carabinieri chiudono di sera e certi fenomeni accadono di notte: serve, cioè, una presenza notturna efficace. E non devono essere gli agricoltori a fare sicurezza da sé, girando tra i vigneti, perché non è certo questo il loro lavoro».
Vino e uva da tavola rappresentano uno snodo cruciale per l’economia del Tarantino. Il Primitivo di Manduria è tra le prime 15 migliori Doc rosse in Italia, mentre l‘uva da tavola coinvolge 3mila imprese agricole, il 27 per cento del totale e più di 5300 addetti, con una produzione di circa 240mila tonnellate (dato Ismea 2014, 40% sul totale regionale) che pone Taranto in una posizione di vertice sia in Puglia sia a livello nazionale. «Una ricchezza – conclude Lazzàro – che va difesa ad ogni costo, con ogni mezzo e con il largo coinvolgimento delle Forze dell’ordine e delle Istituzioni, dal prefetto ai sindaci: la criminalità deve stare alla larga da Taranto perché lo Stato c’è ed è questo il messaggio che arriva dalla riunione in Prefettura».